lunedì 2 maggio 2016

La "bonaria"'guerra di Parigi all'Italia

Qualche grande esperto di politica internazionale aveva spiegato, su un quotidiano della galassia De Benedetti-Elkann, che in Libia la Francia era impegnata in una "bonaria" concorrenza con l'Italia. Le virgolette per "bonaria" non erano della giornalista che, evidentemente, deve avere una particolare concezione della bonarietà. Perché il ruolo di Parigi, in Cirenaica, e' tutt'altro che improntato alla bonaria concorrenza con l'Italia. La Francia, grazie all'alleanza con l'Egitto e con il generale libico Haftar, sta mettendo le mani sui più importanti giacimenti ed impianti petroliferi di tutta la Libia. Per lasciare all'Italia, in prospettiva, solo gli impianti della Tripolitania. Magari in condominio con gli inglesi. Ma nella bonaria concorrenza non c'è solo il petrolio. Grazie alla pessima gestione della vicenda Regeni, i rapporti tra Roma ed il Cairo si sono deteriorati. E, non a caso, sono aumentati a dismisura le partenze di invasori dalle coste egiziane e cirenaiche. Non si tratta di profughi siriani, ma di africani in cerca di mantenimento a spese altrui. A spese nostre. E mentre dalle aree di interesse francese partono i barconi, subito raccattati in mare dalle nostre navi, Parigi chiede di prolungare i controlli alle frontiere per evitare che l'Italia lasci defluire verso Nord i migranti fatti partire dagli alleati dei francesi. Fregati persino dal poco geniale Hollande. Ma in Italia tutti fingono di non accorgersene. Così come han fatto finta di nulla di fronte alla cessione alla Francia di acque territoriali italiane. Tutto va bene, la politica estera italiana e' una meraviglia. L'importante è che sui quotidiani di servizio escano solo gli annunci, falsi, del bugiardissimo. Siamo amici di tutti e tutti ci temono e ci rispettano. Tutti approvano le nostre misure sui clandestini, tutti sono d'accordo con noi sull'eliminazione delle barriere ai confini. E se arrivano le smentite, basta titolare le prime pagine sul l'inaugurazione di viadotti già esistenti o sui nostri lavori al Gottardo, fatti e pagati dagli svizzeri ma basta non precisarlo.

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