venerdì 1 marzo 2013

Ed ora rispunta Renzi

Graecia capta ferum victorem cepit. Roma non è lontana da Firenze e Matteo Renzi conosce perfettamente il significato della frase che celebrava la vittoria greca sui costumi romani nonostante la sconfitta militare. E Renzi, battuto alle primarie, si ritrova ora candidato a fare il premier al posto del vincitore Bersani. Vincitore delle primarie, ovviamente. Pierlu non è uno statista. Non è adatto. Ma lo si sapeva anche prima. In un mondo dove conta l'apparire, la sua banalità non ha spazio. Come i giaguari da smacchiare o i tacchini sul tetto. Renzi, coccolato dalla finanza, è stato presentato da subito come rappresentante del "nuovo". Il nuovo Pd, che guarda alle banche e non agli operai. Che dialoga a livello internazionale e non nelle fabbriche. Nuovo come Grillo, nell'immaginario. Ma i punti di contatto del programma sono davvero pochi. Molto più facile un rapporto tra Renzi e Monti, con ampie frange del Pdl in libera uscita. Un governissimo senza vincoli di promesse elettorali, libero di fare tutto ciò che impongono Merkel e complici perché non deve render conto a nessuno. Magari con la possibilità, in nome del nuovo, di trascinare una parte degli eletti grillini. Una soluzione del genere non piacerebbe sicuramente al povero Vendola. Ma il leader del Sel non ha più molta voce in capitolo, dopo il magro riusltato elettorale ed il fallimento totale in Puglia. Mentre a destra non esiste assolutamente nulla grazie al suicidio collettivo. Tra l'altro la possibilità di un incarico a Renzi era già stata ventilata da Gabriele Adinolfi a scrutinio ancora in corso. E Adinolfi - a differenza di Prodi quando faceva le sedute spiritiche per comunicare la collocazione del covo dove Moro era tenuto prigioniero - non usa la sfera di cristallo. Semplicemente guida un centro studi. E tutta l'area del centrodestra, tutta, dovrebbe finalmente rendersi conto a cosa possono servire i centri dove si studia. Perché capire la politica e l'economia è qualcosa di diverso dall'analisi fatta al bar bevendo un cappuccino. Ed i soldi della politica andrebbero più proficuamente utilizzati per i centri studi invece di sprecarli nelle feste in discoteca o per comprare i palloncini da lanciare nei cieli cittadini. Perché chi studia può anticipare flussi e tendenze, chi gioca con i palloncini non ottiene più la poltroncina al Parlamento.

1 commento:

  1. Tutto di una ovvietà disarmante, eppure non sono pochi i coglioni che il rischio Renzi non l'hanno intuito. Ora sì che sono cavoli amari, ancor più a fronte della circostanza che gli Italiani, qualunquisti nel dna, a prescindere dalla collocazione politica, già si stanno innamorando del sindaco di Firenze... salvo poi ripudiarlo al primo tradimento. Ma il punto è che non possiamo permetterci un altro anno di Governo banco/mafioso.
    Che Iddio ci aiuti.
    Bruno Pezone

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