mercoledì 12 febbraio 2014

L'aiutino della giustizia per far vincere il Pd

Dove non arriva il voto, dove non arriva lo spread, dove non arrivano i ricatti dei mercati, arriva la magistratura. Un percorso chiaro di totale delegittimazione della volontà popolare. In Italia, certo, ma non solo in Italia. In Svizzera vincono i promotori di un referendum sull'immigrazione che non piaceva alle banche ed alla grande industria? Immediatamente si bloccano le trattative sull'energia, che non c'entra nulla con l'immigrazione ma va bene per un ricatto. Berlu era al governo con una maggioranza bulgara (del tutto inadeguata, è vero, ma legittimata dal voto popolare)? Gli si scatenano contro le speculazioni internazionali, l'attacco ai titoli di Stato, lo spread, l'attacco alle sue aziende e lo si costringe ad abdicare. Abdicare, certo, perché qui il popolo è composto solo da sudditi che non possono più scegliere alcunché. Poi, però, i tecnocrati imposti dalla Cara Salma e dai mercati falliscono, distruggono l'Italia. Berlu risale nei sondaggi, recupera posizioni. E la magistratura lo condanna all'esilio politico perpetuo. Tanto per levarlo dalle scatole ad un Pd che riesce sempre a farsi male da solo e che, dunque, necessita dell'aiutino da casa, anzi dal tribunale. Ma se si elimina Berlu, la rabbia popolare potrebbe premiare Grillo. Il Pd non sa come fermarlo. E scatta di nuovo, immancabile, l'aiutino. Una richiesta di condanna, così, tanto per gradire. Come segane, come antipasto. Perché, in contemporanea, emerge che le indagini non mancano. Ci sono già le ipotesi di reato. Grillo avrebbe chiesto ai poliziotti ed ai carabinieri di non proteggere gli esponenti della casta. Da ergastolo! Un'istigazione bella e buona. Non come le politiche dei ministri che hanno portato al suicidio per disperazione centinaia di italiani. Quello va bene: i suicidi alleggeriscono i conti delle pensioni. Ma la verità si fa strada sul web. Ed allora il Pd prepara la nuova richiesta di aiutino, con una legge ad hoc per censurare ciò che non fa comodo. Tanto a decidere cosa si deve censurare e cosa no saranno sempre gli stessi. Ed allora vai con il reato di negazionismo sull'olocausto ma via libera al negazionismo sulle foibe. D'altronde, Bignardi docet, una sentenza definitiva vale solo quando colpisce gli avversari, se no si tratta di palese errore giudiziario. E ieri la nuova puntata: il Consiglio di Stato ha deciso che il Piemonte deve tornare al voto. Verissimo: la maggior parte di chi è stato eletto merita di tornare a casa e di restarci. Ma devono essere i cittadini a punire, con il voto, chi ha lavorato male. Invece no. Arriva l'aiutino per lanciare il candidato del Pd - autorizzato a non sapere ciò che succedeva di illegale sotto casa sua quando era sindaco - e per eliminare i concorrenti. In attesa della prossima puntata.

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