venerdì 9 giugno 2017

Ingovernabilità sintomo della divisione in ogni Paese

Anche la Gran Bretagna alle prese con l'ingovernabilita' post elettorale. Un dato che preoccupa gli oligarchi di ogni Paese, impegnati ad individuare meccanismi di voto che assicurino il governo è la maggioranza anche solo con il 20% dei consensi. Ci stanno spiegando che la democrazia è un sistema antiquato, che non risponde più alle esigenze del mondo attuale, della modernità. I popoli possono avere il diritto di giocare con le urne, indicando partiti e candidati preferiti, ma poi bisogna lasciar spazio agli oligarchi, gli unici che possono governare perché sanno cos'è il bene e cos'è il male. Per il Paese? No, ovviamente. Per loro. E allora assistiamo al lavoro di alchimisti in erba, di aspiranti stregoni, impegnati nella ricerca della pietra filosofale in grado di trasformare un piccolo gruzzolo di voti in una maggioranza stabile. Perché ogni inciucio comporta una spartizione di potere e gli oligarchi soffrono quando devono spartire ciò che è loro per diritto divino. Nessun interesse, ovviamente, per il significato reale di questi voti sempre più complicati in ogni parte del mondo. Perché sarebbe fastidioso ammettere che ogni società diventa sempre più divisa e sempre meno coesa. Interessi contrapposti, timori, rabbia, frustrazione, mancanza di fiducia nelle classi dirigenti e nel futuro. Ognuno cerca una via di fuga, un'uscita di sicurezza. Non sono convincenti i conservatori della May, non sono convincenti i laburisti di Corbyn. Ma vale in Italia con il bugiardissimo e con Berlu, vale in Francia ed in Spagna. Schieramenti intercambiabili perché legati alle oligarchie finanziarie ed economiche che hanno distrutto ogni Paese. Si vota, quando si decide di andare a votare alzandosi dalla poltrona, a casaccio. Per disperazione. Programmi irrealistici, che non convincono. Oppure banali e del tutto inadatti a cambiare la situazione. E candidati indecenti, riesumati da un oblìo che rappresentava la condanna per anni di fallimenti e di comportamenti inaccettabili. Oppure imposti dai vertici dei partiti per premiare servilismo, omertà, complicità. Ma ciò che è più grave è la totale mancanza di voglia di cambiare una simile situazione. Così si marcia verso voti sempre più frammentati e con urne sempre meno frequentate. Nella convinzione che, comunque vada, nulla cambierà e gli oligarchi si accorderanno per spartirsi ciò che resta

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