martedì 13 giugno 2017

Per governare servirebbe il pensiero. Troppo pericoloso

Il bollito di Arcore assicura che l'elemento trainante del centro destra resta Forza Italia. Anche alle amministrative. Le sue badanti, evidentemente, non gli hanno spiegato il ruolo fondamentale delle liste civiche. Che, dal nord al sud, hanno conquistato spazi sempre più estesi, occupando le praterie lasciate libere dall'incapacità dei partiti tradizionali. Ciò nonostante l'astensione viaggia sempre intorno al 40% e questo evidenzia i limiti di una politica affidata alle civiche ed all'iniziativa individuale di qualche personaggio che, in aree particolari, compie veri e propri miracoli. Perché tali sono gli exploit che caratterizzano varie formazioni in città diverse. Così Cp conquista, in alleanza con un'altra lista, l'8% a Lucca mentre altrove veleggia intorno all'1-2% quando non scende anche al di sotto. E Fdi ottiene ad Asti una percentuale clamorosa che non viene ripetuta in altre città dello stesso Piemonte. Sono successi politici o successi individuali di esponenti particolarmente bravi? Ma al di là dei movimenti, partiti e liste varie, qual è il senso - più ancora del ruolo - dei vari partiti? La partecipazione popolare ha lasciato il posto agli scazzi e alle lamentele sui social. Più facile criticare che impegnarsi, è vero. Ma le strutture di partito (o di movimento, ma è solo una differenza nominale) quanto spazio lasciano alla partecipazione reale degli elettori? Accettati solo se disposti a ruoli di bassa manovalanza. Mai nella fase di elaborazione delle idee, delle proposte. D'altronde le proposte sono sempre più banali. Si procede per slogan, più facili da condividere sui social rispetto a proposte che andrebbero persino lette prima di essere commentate. Mancano le scuole di partito (serie) per preparare la classe dirigente. E ci si ritrova con ministri come Madia, Etruria, Fedeli, Poletti. Forse è proprio quello che si vuole. Scoraggiare la partecipazione per gestire in autonomia il potere o anche solo gli strapuntini nel sottoscala. Senza interferenze di cittadini che vogliono pensare, che osano studiare, che si illudono di proporre. Meglio i sudditi chiamati al voto una volta ogni tanto, e pazienza se all'appello sono sempre in meno a rispondere. Così si possono riproporre ad libitum le solite facce dei soliti noti. Tra una sconfitta ed un successo estemporaneo, sempre gli stessi. Autocondannandosi alla totale irrilevanza, persino in caso di successo. Perché nessuno può credere davvero che le decisioni strategiche di un eventuale governo di centro destra verrebbero prese da Brambilla, Ravetto, La Russa, Tosato, Calderoli, Nastri. Ma lorsignori hanno il terrore di una elaborazione del pensiero che emerga da think tank esterni, da centri studi non controllati. Meglio distribuire un po' di soldi ai soliti amici cambio di 2 paginette facili facili sul nulla.

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