venerdì 25 gennaio 2013

Monti dei Paschi: la vigilanza spettava a Draghi

Nella squallida vicenda del Monti dei Paschi di Siena c'è un nome che dovrebbe comparire e che, non a caso, non compare quasi mai. Il nome è quello di Mario Draghi, governatore della Banca d'Italia dal 2006 al 2011. Dunque proprio negli anni in cui la banca senese vicina al Pci-Pds-Ds-Pd si lanciava nella folle - e ora anche criminale - acquisizione di Antonveneta ad un prezzo esagerato, 9 miliardi (lievitato di 3 miliardi in pochi mesi). Ma l'incompetecnico ministro Grilli, per difendersi dalle accuse di non aver vigilato, spiega che la vigilanza non spettava a lui, ma a Banckitalia. Dunque a Draghi. Un nome che, ovviamente, Grilli si guarda bene dal pronunciare. E gli altri? Pure. Tabù. Draghi guidava Bankitalia ma tutti fingono di dimenticarsene. D'altronde l'Italia di Monti dei Paschi deve rispondere all'Europa, deve rispondere ai mercati. Cioé a Draghi, al vertice della Banca centrale europea. Quindi facciamo finta di niente, diamo la colpa ad anonimi funzionari, come dire che non diamo la colpa a nessuno e si va avanti così. Destinando al salvataggio della banca i soldi fregati alle famiglie con l'Imu. Ma il Grigiocrate Monti spiega che è un prestito, mica un regalo. E che un giorno la banca del Pd li restituirà. Quando? A chi? Ai mercati europei? Di sicuro non alle famiglie italiane. E poi è fantastica la dichiarazione di Grilli: "la situazione di Mps è nota da mesi". Bravo! E dirlo? Ed essere decentemente trasparenti? Macché. Le banche sono cosa loro. Se le cantano e se le suonano. Gli italiani hanno il dovere di pagare ma non il diritto di sapere. Così come non devono sapere perché Draghi era rimasto silente di fronte all'indecente operazione Antonveneta. Perché non ha vigilato? Per non disturbare qualcuno?

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