mercoledì 15 gennaio 2014

Terroristi No Tav? Macché, solo teppisti cialtroni

Terroristi? Ma mi faccia il piacere, come direbbe Totò. Si trovano due bottiglie con liquido potenzialmente incendiario e si comincia a parlare di un potenziale ritorno delle Brigate Rosse. Si chiede la chiusura dei centri sociali dove si nascondono i No Tav, si pretende la militarizzazione di un'intera valle, si vogliono misure eccezionali. Tutto per qualche decina di teppisti vigliacchi, liberi di aggredire avversari politici, liberi di devastare la città, liberi di occupare ciò che vogliono. Ma che diventano terroristi se osano toccare un cantiere dell'alta velocità. Oddio, i magistrati si sono fissati delle priorità e seguono quelle. A chi interessa se un comune cittadino viene aggredito da questi cialtroni? A nessuno, ovviamente. Nè allo Stato (purché il cittadino sia ancora in grado, dopo l'aggressione, di pagare le tasse) né ai magistrati. Centinaia di denunce contro questi teppisti non bastano per mandarli in galera. Liberi di minacciare, di invadere ristoranti, di organizzare manifestazioni senza permessi e senza pagare alcunché (la Siae vale solo per il cittadino picchiato, non per i teppisti). Ma giù le mani dai cantieri, dalle imprese con un passato trasparente e da quelle con qualche dubbio in più. Allora, solo in quei casi, lo Stato si ricorda di esistere ed interviene. E paga i danni. Ai cittadini torinesi, invece no. Nessun diritto. Facciano denuncia e, forse, tra 15 o 20 anni se ne riparlerà. Ma questi atteggiamenti della magistratura non cambiano la realtà dei fatti. Un cronista della Busiarda viene pedinato e filmato e si parla di misteriosi finanziatori che permetterebbero ai teppisti di organizzarsi in modo così capillare. Quando, in realtà, la possibilità di pedinamenti è dovuta semplicemente al fatto che questi cialtroni non fanno assolutamente nulla e, dunque, dispongono di tutto il tempo necessario a seguire chiunque. Ma questo non possono raccontarlo quei giornali che, a giorni alterni, raccontano dell'impegno culturale degli stessi centri sociali dove soggiornano i teppisti. Quanto al terrore per due bottiglie piene di liquido infiammabile (e che non prende fuoco se qualcuno non lo accende), pare di essere tornati alla demenza della Legge Reale, quando potevi essere denunciato per detenzione d'arma se ti beccavano con la bottiglia vuota del latte, perché poteva essere riempita di benzina e trasformarsi in una molotov. Un po' di buon senso, ogni tanto, non guasterebbe. Così come sarebbe il caso di smetterla di chiedere la chiusura dei centri sociale. E' vero che il Comune è complice, ma è anche vero che i magistrati preferiscono tenerli aperti non per connivenza, ma semplicemente perché così è più facile controllare i teppisti. Stanno lì dentro, sono rintracciabili. Se si chiudessero i centri sociali si disperderebbero e sarebbero più difficili da controllare. Anche se è improbabile che questi cialtroni abbiano il fegato e la capacità di entrare in clandestinità. Meglio, comunque, evitare il rischio. Certo, se ogni tanto si provasse anche ad impedire ai teppisti di far danni contro la gente normale, quella senza scorta, non sarebbe poi un gran male..

Nessun commento:

Posta un commento