giovedì 13 marzo 2014

Rimborsopoli o parentopoli: fuori tutti

Meglio sparire dalla scena politica perché ci si è fatti rimborsare le mutande o perché il marito fa lo scemo con le minorenni? Non è importante il perché. L'importante è che tanta gente esca di scena al più presto e definitivamente. Con le elezioni europee, con le regionali in Piemonte, con le amministrative in tanti Comuni e con le futuribili elezioni politiche qualora il prode Matteo le ritenesse ancora utili (tra 15 o 20 anni). Ovviamente le colpe dei mariti non ricadono sulle mogli, così come quelle dei padri non possono essere addossate ai figli, e viceversa. Purché lo stesso criterio valga anche quando si tratta di meriti. Portare un nome illustre non garantisce che gli eredi siano all'altezza dei genitori o dei nonni. Anzi, quasi mai succede che i discendenti non facciano rimpiangere i predecessori. Ma se qualcuno ha approfittato a lungo, ed immeritatamente, del cognome che porta, allo stesso modo dovrebbe sentire il dovere di abbandonare la ribalta quando una nuova parentela giunge ad infangare tutto e tutti. Invece, in Italia, i parenti scomodi vengono cancellati e quelli utili per la carriera utilizzati a piene mani. Al Nord come al Sud. La cooptazione passa anche attraverso i parenti, non mira soltanto a premiare gli schiavi stupidi ed obbedienti. Poi a certe latitudini si esagera e questo andazzo si trasforma in comportamenti mafiosi, con violenze, minacce ed introiti dal malaffare. Mentre ad altre latitudini ci si comporta nello stesso modo, ma evitando gli aspetti criminali. E tutto procede nella massima tranquillità, tra scambi di favori, promozioni immeritate, concorsi vinti non si sa come (si sa, si sa), lavori affidati ai figli di amici che ricambieranno il favore, nomine in posti di potere che assicurano altre assunzioni di amici, altre commesse, altri lavori. Queste sono le vere incrostazioni che frenano l'Italia. Interi quartieri trasformati, casualmente, dai parenti acquisiti del politico di turno. Ma l'occupazione di città e regioni passa anche attraverso le cose minime. Dalla società di catering all'assunzione dell'autista di un bus, dall'organizzazione di un evento musicale alla redazione delle tavole illustrative di una mostra. Pericoloso lasciar spazio a qualcuno che non faccia parte del sistema. Un minimo granello di polvere rischia di inceppare un meccanismo perfettamente oliato. Questa è la vera casta, composta dai politici che frequentano magistrati che frequentano palazzinari che frequentano giornalisti che frequentano personaggi tv che frequentano funzionari pubblici che frequentano imprenditori. Uno spaccato d'Italia, certo non tutta l'Italia che, invece, viene tenuta rigorosamente al di fuori da questi giochi di potere. Un'Italia a cui rimane solo il voto per spiegare che figli, nipoti, cugini, mogli e mariti devono andare a casa. E nella politica devono entrare persone scelte per le capacità e non per il cognome che portano.

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