mercoledì 12 marzo 2014

Vuoi il lavoro? Se accetti di morire

"Bisogna valutare i danni accettati dalla legge e quelli inaccettabili". Di fronte al sequestro della Tirreno Power e lo spegnimento degli impianti a carbone, i difensori dell'inquinamento a senso alternato sono subito scesi in campo. Non si deve pensar male, in particolare a quel 39% della società ligure che fa capo a Sorgenia della famiglia De Benedetti. Tra l'altro Sorgenia è alle prese con colossali problemi di indebitamento nei confronti delle banche. Dunque è tutto un mondo industrial-finanziario a muoversi per difendere l'uomo che distrusse l'Olivetti. A proposito di Olivetti: nessuno parla più dell'indagine sulle morti da amianto negli stabilimenti canavesani. Tutto sotto silenzio, quando si tratta di De Benedetti. Eppure si tratta di morti. In Canavese come in Liguria. Perché il problema non è, come fingono di credere i tifosi del "sistema De Benedetti", che è cambiata la sensibilità. Il problema è che ora ci si è accorti che 400 morti sono stati causati dalla centrale ligure, secondo le accuse. Il problema è questo: o si sono sbagliati i magistrati, e le morti non hanno nulla a che fare con i fumi e dipendono invece dalla salsedine, dallo iodio, dal profumo del mare; oppure hanno ragione i magistrati e non è accettabile che 400 persone siano morte a causa dell'inquinamento. Quando il Papa sostiene che non esistono "valori non negoziabili" ma solo valori (dunque tutti sono "non negoziabili", contrariamente all'interpretazione di comodo), si riferisce ovviamente anche al valore della vita umana. Non esiste lo scambio tra morte e lavoro. Perché gli incidenti sul lavoro possono anche verificarsi, per casualità o altro. Ma le morti da inquinamento non sono una casualità, bensì una conseguenza inevitabile se si accetta la logica del profitto a tutti i costi. Magari la Tirreno Power è perfettamente in regola, non con le norme di comodo ma con la realtà dei fatti. Mica sarebbe la prima volta di un clamoroso errore dei magistrati e, ancor prima, dei tecnici che eseguono le analisi. Per le Olimpiadi invernali di Torino, i tecnici pubblici e privati avevano garantito l'assensa di amianto nella zona indicata per la costruzione della pista di bob. Nonostante la popolazione locale avesse sempre sostenuto che l'amianto era presente. Progetti finiti, lavori avviati e scoperta - guarda caso - che l'amianto c'era. Chiuso tutto, nuovo progetto in altra località, aumento esponenziale dei costi e tutti felici e contenti. Ovviamente nessuno ha pagato per l'errore. Dunque possono essersi sbagliati gli accusatori. Ed i 400 morti ci sarebbero stati comunque. Ma prima di scendere in campo a difesa di De Benedetti e soci, sarebbe il caso di aspettare qualche verifica. E, soprattutto, sarebbe il caso di non ricattare i lavoratori: se volete un'occupazione dovete accettare centinaia di morti tra amici e parenti. No, non è uno scambio accettabile.

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