lunedì 7 aprile 2014

Jobbik oltre il 20%: una sconfitta

"E' andata male, non abbiamo raggiunto gli obiettivi". Autocritica di qualcuno dei leaderini delle destrine italiane dopo uno zerovirgola a qualche consultazione? Macché. Gabor Vona, leade del partito ungherese Jobbik, commenta con amarezza il risultato delle elezioni. Il suo partito è stato spazzato via? Assolutamente no. Ha perso consensi? Neppure. Jobbik cresce di 4 punti e supera il 20%. Ma Vona è insoddisfatto. Ha superato le più rosee indicazioni dei sondaggisti (oddio, per i sondaggisti le indicazioni di crescita rappresentavano una triste prospettiva), ma non va bene lo stesso. E non basta che Jobbik sia stato premiato dai giovani ungheresi, il che rappresenta un potenziale di crescita per il futuro. Voleva ancora di più. Forse, semplicemente, voleva essere determinante per la maggioranza qualificata che potrà consentire al premier Orban di modificare a suo piacimento la costituzione, così come ha fatto negli ultimi periodi. O forse, ancora più semplicemente, Vona è molto ma molto diverso dai leaderini italiani. Quelli che si eccitano se conquistano l'1%, che vanno in brodo di giuggiole se eleggono un consigliere circoscrizionale, quelli che non hanno prospettive o futuro. Jobbik è un'altra cosa. E può permettersi di esprimere insoddisfazione per un incremento del 4% ed un risultato superiore al 20%. D'altronde i media italiani hanno subito festeggiato il risultato di Budapest. La marea nera è stata fermata. Oddio, è cresciuta e non poco, ma la paura fa dire sciocchezze. A partire dal sempre più indecente TgMatteo5. Ma non sono stati solo i giornalisti a mostrare il lato peggiore, patetico o squallido a seconda dei personaggi. I politici del centrodestra e del centrosinistra hanno sottolineato il grande risultato dell'amico Orban, del democratico Orban, di quell'Orban che fa parte del Ppe. Con una faccia di bronzo che supera ogni livello, han fatto finta di dimenticarsi di tutto ciò che avevano detto contro Orban sino a pochi giorni or sono. Fascista, razzista, antisemita, antizingari, negatore della democrazia, dilettante economico. C'è solo l'imbarazzo della scelta e della citazione. Gli interventi del governo magiaro contro la Bce, contro il Fondo monetario, per cambiare la costituzione, per imbavagliare i media locali, per tutelare la popolazione autoctona erano finiti nel mirino dei democratici politici italiani (camerieri dei banchieri) e dei loro giornalisti di servizio (camerieri dei politici). Tutto il male possibile contro l'artefice del risanamento economico dell'Ungheria grazie al rifiuto delle politiche economiche e finanziarie che Bruxelles tentava di imporre. Ma oggi tutto è dimenticato, Orban è un mito del centrodestra e della parte anche sinistra del Ppe. E si celebra il suo trionfo, anche se ha perso voti, finiti proprio a Jobbik. Ma va bene così, per le facce di bronzo italiane. Sperando che da Budapest nessuno pensi di guidare il Ppe sulle sue posizioni o le destre sulle posizioni (ed i comportamenti) di Jobbik.

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