giovedì 30 giugno 2016

l'Italia provoca i cinesi, che si ribellano

E poi si dice che l'Italia non ha una politica estera.. In attesa che il ministero sia in grado di avere un'idea, anche una sola, la politica estera punta sul fai da te. La famiglia Regeni dichiara guerra all'Egitto e fa bloccare la fornitura di pezzi di ricambio per gli aerei (i lavoratori italiani sentitamente ringraziano per la produzione persa); l'Asl in compenso osa addirittura dichiarare guerra alla Cina. Perché pretende, cosa inaudita ed intollerabile per i sudditi di Pechino, di andare a controllare il rispetto delle leggi e delle norme di sicurezza in un capannone in Toscana. Come se la presenza sul suolo italiano fosse una giustificazione sufficiente per applicare le leggi italiane anche ai sudditi di Pechino. Ovvio che le grandi risorse boldriniane si siano ribellate. Si comincia a far rispettare le normative di sicurezza e poi si arriva a pretendere che i prodotti non siano cancerogeni e, magari, che non siano neppure un pochino pericolosi. Dove andremo a finire, di questo passo?  Qualcuno pretenderà persino di far pagare le tasse alle grandi risorse? Già dovremmo ringraziare che non si fanno ospitare, a spese nostre, negli hotel pluristellati. Mica si può chiedere che rispettino le leggi che devono valere per gli italiani. Qualcuno vorrà mica provocarli ulteriormente, magari utilizzando anche Iniquitalia? Se la parola finisce con "Italia", significa che vale per gli italiani, non per gli ospiti.  E poi, a complicare la situazione, ci si mettono pure i genovesi. Colpa di Toti, indubbiamente, se due bande di esuberanti nordafricani si sono scontrate per le strade di Genova solo per il controllo dello spaccio della droga. Se il presidente della Regione non provvede ad offrire, gratuitamente, spazi attrezzati dove poter spacciare in libertà, e' inevitabile che questi giovani imprenditori dello spaccio debbano ricorrere a metodi inurbani per stabilire aree di competenza e gerarchie. È il mercato, bellezza. E la Regione dovrebbe investire le risorse pubbliche, prelevate dalle tasche dei liguri, per creare le infrastrutture necessarie allo sviluppo delle attività dei nuovi imprenditori nordafricani. D'altronde non tutti hanno le risorse dei cinesi che i capannoni se li comprano. Bisogna aiutare chi non ce la fa, magari finanziando la costruzione di un laboratorio per la preparazione delle droghe di ogni tipo. Ampliare la gamma per far crescere il mercato

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