martedì 5 luglio 2016

Islamisti e brigatisti, sempre a guida borghese

I giornalisti italiani paiono sorpresi di fronte alla scoperta che gli assassini di Dacca erano giovani della ricca borghesia bengalese. Miracoli del crollo della preparazione di una categoria professionale che ignora, evidentemente, le origini famigliari di buona parte del terrorismo rosso in Italia negli anni di piombo. Le masse vanno guidate verso la rivoluzione. E l'elite appartiene quasi sempre ai ceti più agiati. Chi ha studiato si è ritrovato a guidare la classe operaia in Italia e gli islamisti in giro per il mondo. La classe dirigente, in entrambi i casi, ha avuto buon gioco nel maneggiare una carica di rabbia che si è tramutata in odio. Lo sfruttamento e' la base su cui si innestano le derive ideologiche politiche in Italia e quelle religiose nel mondo islamico. Ma la guida viene riconosciuta come tale se si sporca le mani esattamente come coloro che vengono guidati. Erano i figli della ricca borghesia milanese e torinese alcuni dei killer di Prima Linea e Brigate Rosse. Non erano certo proletari i criminali di Potere Operaio che bruciarono vivi i fratelli Mattei a Roma. Dunque non deve stupire che anche gli assassini-suicidi di Dacca provenissero dalle classi agiate. L'ideologia comunista come il fondamentalismo islamico rappresentano soltanto l'abito elegante con cui si ricoprono rabbia, frustrazione, odio. I cialtroni che spiegano come sia giusto creare 10 milioni di poveri in Italia perché così si fanno crescere i Paesi poveri dell'Africa e dell'Asia, dimenticano che proprio in Africa ed Asia stiano crescendo i divari tra i pochissimi sempre più ricchi ed i tantissimi che restano poveri ma più arrabbiati proprio a causa delle maggiori differenze. Ed i cialtroni che favoriscono le migrazioni continue sono responsabili dell'importo enti dei Paesi da cui scappano giovani forti ed in grado di lavorare. Ma sono anche responsabili della creazione di un mix esplosivo nei Paesi di approdo. Milioni di schiavi in Europa che si mescolano con milioni di europei trasformati in schiavi grazie alla concorrenza dei migranti. Certo, bisognerebbe essere capaci di osservare e capire la realtà, mentre gli opinionisti della disinformazione italiana non vedono e non capiscono. Ma si sa, nei giornali bisogna risparmiare, e poi la qualità e' un rischio per chi sogna soltanto la censura politicamente corretta.

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