mercoledì 1 febbraio 2017

Condannare gli oligarchi delle ferrovie? E' da populisti


Il fronte dei populisti si amplia. Secondo gli avvocati difensori al processo per le 32 vittime della strage di Viareggio, provocata da un treno, condannare chi allora era responsabile del settore ferroviario è un atto "populista". Gli oligarchi, in Italia, non devono essere processati e tantomeno condannati. I famigliari delle vittime? Si arrangino. Capita che un treno si guasti e provochi una strage, non è colpa di nessuno. Anzi, forse è colpa delle vittime che vanno ad abitare in case vicine alle ferrovie. E, in ogni caso, gli amministratori delle aziende devono essere sempre al di sopra di tutto e non possono essere infastiditi da sciocchezze come processi e tribunali. Ovviamente provvederà il processo d'Appello a ridurre le pene, in modo che i colpevoli non debbano essere scocciati con qualche giorno di carcere. Ed altrettanto ovviamente gli oligarchi condannati non dovranno rinunciare ai loro incarichi strapagati. D'altronde, in Italia, le ferrovie hanno già dimostrato di poter fare tutto ciò che vogliono. Cancellano i treni Frecciabianca e li sostituiscono con i Frecciarossa, più costosi, ma ovviamente da Milano a Venezia non esiste una linea dedicata all'alta velocità e, dunque, si viaggia sugli stessi binari di prima. E forse qualcuno ricorderà che quando gli italiani hanno dovuto pagare, con le proprie tasse, la costruzione dei binari per l'alta velocità, le ferrovie ed i politici avevano spiegato che il sacrificio sarebbe servito per togliere i Tir dalle strade e autostrade, spostando le merci sui treni. Quanti sono i treni merci sull'alta velocità? Zero. In compenso si tolgono i collegamenti "normali" per obbligare i pendolari a viaggiare sui Frecciarossa. E a quel punto, senza più alternative, si aumentano le tariffe per l'alta velocità. Il rispetto per i sudditi è inesistente. Ad Aosta, da oltre mille anni, a fine gennaio si svolge la Fiera di Sant'Orso che richiama quasi 200mila persone in due giorni. Con l'autostrada sempre più cara, i turisti viaggiano in treni dove passano ore stipati come sardine. Rafforzare il servizio? Magari sì, ricorrendo agli autobus, ma senza farlo sapere. Troppo fastidioso perder tempo ad informare i sudditi. Quelli che vengono presi in giro da avvisi con gli altoparlanti che informano su ritardi massimi di 30 minuti sulle linee mentre i tabelloni indicano ritardi superiori all'ora. Da Nord a Sud è sempre la stessa storia. Ma loro, i vertici, hanno sempre delle scuse, degli alibi. Pioveva, faceva freddo, faceva caldo, faceva tiepido. Tutte condizioni che rendono impossibile un servizio decente e puntuale. Ma non bisogna protestare, in caso contrario l'accusa di populismo è già pronta.

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