giovedì 16 febbraio 2017

La scissione del Pd fa chiarezza. Servirebbe anche a destra

I giornali di servizio sono indignati per l'annunciata scissione del Pd. La Busiarda chiede, retoricamente, ai lettori se qualcuno ha capito i motivi per cui il Pd debba "andare incontro a una scissione devastante". Ed elenca i grandi successi ottenuti dagli ultimi governi a trazione Pd. Tra i grandi successi non figura nulla che possa essere considerato utile per la vita quotidiana di chi non fa parte dell'oligarchia che ha realmente devastato l'Italia. Ecco, le motivazioni della probabile scissione sono tutte qui: alla stragrande maggioranza del popolo italiano, non solo a quello del Pd, non frega assolutamente nulla del salvataggio di chi ha approfittato di Banca Etruria o di Mps. Non frega nulla dell'obbedienza alle imposizioni più assurde di Bruxelles o della Nato. Interesserebbe molto di più una politica che evitasse l'impoverimento progressivo dei ceti medi e la povertà assoluta di chi era già più svantaggiato. Interesserebbero politiche per il lavoro e non per i licenziamenti, per un salario adeguato e non per i voucher, per pensioni decorose e non per assegni incompatibili con una vita al di là della pura e semplice sopravvivenza stentata. Tutto quello, in pratica, che è mancato al Pd del bugiardissimo. Ed è per accodarsi a questo partito degli oligarchi che ci si avvia anche alla rottura delle alleanze sul fronte opposto. Berlu sta distruggendo il giocattolo che aveva creato, con la speranza di ritrovarsi nel club degli oligarchi per evitare che Mediaset venga scalata da Bolloré. Ma non è solo una questione personale. A favore dell'accordo con il Canada, che spalancherà le porte al Ttip mascherato, hanno votato gli europarlamentari di Forza Italia (e quelli del Pd) ed anche quelli di Fitto. E non va dimenticato che anche le destre sedicenti sovraniste e populiste avevano festeggiato la bocciatura del referendum sull'articolo 18. Al di là degli slogan, dei tweet, degli strilli, bisognerà che si cominci a far chiarezza anche sul fronte destro, non solo su quello sinistro. Chi sta con i voucher "allargati" e chi è contrario, chi vuole le tutele per i lavoratori e chi se ne frega, chi pensa ai banchieri e chi ai bancari, chi ritiene che la precarietà sia il simbolo di un roseo futuro e chi chiede più garanzie per giovani e anziani. Insomma, è arrivato il momento di fare chiarezza. Perché forse i 5 stelle sono in difficoltà e non avranno i numeri per governare, la sinistra è divisa e forse non si rimetterà insieme neppure per governare attraverso delle alleanze, ma la destra non può illudersi di governare mettendo insieme gruppi che non hanno nulla in comune al di là della voglia di poltrone.

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