martedì 7 febbraio 2017

Tra ignoranza e ipocrisia: il giornalismo italiano

I giornali italiani sono in profonda crisi. Sarà sicuramente colpa dei lettori, visto che in Italia gli analfabeti di ritorno stanno proliferando. Oppure sarà colpa dei giornalisti, categoria che vede una crescita esponenziale di analfabeti di ritorno proprio tra chi scrive? Perché non basta una Accademia della Crusca sempre più inutile e ridicola per giustificare il "te" al posto del "tu" diventato una costante del giornalismo televisivo. E l'ignoranza dilaga ad ogni livello ed in ogni settore. Si scrive di cose che non si conosce, si procede per luoghi comuni e banalità assortite. L'importante è che siano banalità politicamente corrette. Perché ai padroni dei giornali servono dipendenti asserviti, disposti a vendere la propria madre pur di tutelare un salario che, inevitabilmente, si riduce progressivamente perché si riduce il numero dei lettori e calano le inserzioni pubblicitarie. Forse qualcuno ha fatto un po' di confusione sul concetto di giornalisti come cani da guardia. Avrebbero dovuto montare la guardia a difesa dei lettori contro i poteri forti. Invece hanno capito che dovevano difendere i padroni dalla rabbia sacrosanta di un popolo che, di conseguenza, legge sempre di meno. Capita di confondersi. In buona fede, sia chiaro. La stessa buona fede che i giornalisti dimostrano sui loro blog, piagnucolando quando i poveri migranti sono costretti a buttare nell'immondizia i piatti di pasta italiana mentre loro preferirebbero il montone o il cous cous. Poi, con la coscienza ripulita, possono tranquillamente schierarsi con il padrone quando licenzia i colleghi scomodi. D'altronde non si può piangere per tutti. E se già frigni per i migranti, potrai almeno festeggiare per aver eliminato un po' di concorrenti sul posto di lavoro? In attesa che il padrone cambi cane da guardia e cacci anche il servitore politicamente corretto

Nessun commento:

Posta un commento