giovedì 2 febbraio 2017

Tremonti torna in campo per guidare le destre?

Gli elettori di destre e centrodestra si sono stancati dei rispettivi leader. Non i militanti, ma gli elettori sì. Insoddisfatti della qualità umana di chi è stato promosso da caporale a colonnello senza averne le qualità, perplessi di fronte alla pochezza intellettuale di qualcuno e ai ridotti orizzonti di qualcun altro, disgustati da chi utilizza la scena politica per tutelare gli affari propri. L' ha capito benissimo Tremonti che, come la Fenice, è ricomparso sulla scena e si è dimostrato disponibile ad incontrare tutti i protagonisti di un'area estremamente rissosa. Interviste ovunque, convegni con chiunque. Intellettuale intelligente e preparato, non ha dimostrato le sue doti quando ha dovuto passare dalla teoria alla pratica nelle vesti di ministro. Ma le analisi restano sempre acute e interessanti. Ha persino smentito la frase che tutti gli hanno sempre rinfacciato: "Con la cultura non si mangia". Mai pronunciata, assicura. E' difficile immaginare che la sua ricomparsa sulla scena sia legata solo alla promozione di un libro nuovo. Il personaggio è intelligente e ha capito che la vasta area sogna un leader che non c'è. Lui, ovviamente, non accenna minimamente alla prospettiva. Saranno gli altri, eventualmente, a ricordarsi di lui, ad avanzargli richieste e proposte. E se Massimo Giannini va in tv e azzarda una (pessima) imitazione di Tremonti, significa che l'ex ministro comincia ad impensierire gli avversari. E poi, negli anni di potere, Tremonti era uno dei pochi in grado di rappresentare Forza Italia pur dimostrandosi sempre più vicino alla Lega. Ha anticipato le attuali posizioni di Toti, un altro che della cultura e degli intellettuali farebbe volentieri a meno. Ma Tremonti, suo malgrado, è un intellettuale. Economista di ottimo livello, scrittore. Forse una figura troppo lontana dalle esigenze dei quadri politici della vasta area. Quei quadri che si infastidiscono di fronte alle analisi del professor Tremonti sulle differenze tra mercatismo e mercantilismo. Peccato che siano concetti fondamentali per comprendere i cambiamenti mondiali. Ma ai quadri politici che operano sul territorio interessano di più i problemi delle buche stradali o dell'illuminazione a led. E non capiscono che il cittadino elettore, se deve scegliere sulla base dei led e delle buche, non voterà per destra o sinistra, ma per un sindaco elettricista o stradino. Se si rinuncia alla politica per l'amministrazione del quotidiano non serve Tremonti, non servono Salvini e Meloni. Basta un amministratore di condominio indicato da Bruxelles

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