venerdì 7 aprile 2017

Lavorare gratis, lavorare sempre, guadagnare mai

Il futuro è oggi, e sul fronte del lavoro non è un bel futuro. Da un lato il semiguru pentastellato, De Masi, che invita i disoccupati a lavorare gratis. Dall'altro le improbabili figurine del circo di Paragone che si indignano di fronte alle pretese dei lavoratori di riposare almeno nel giorno di Pasqua. Perché, spiegano le figurine superpagate per dire sciocchezze, questo è il mondo del lavoro in Italia, dunque prendetevi gli spiccioli che vi danno, lavorate la domenica, a Pasqua ed a Natale, ed evitate di lamentarvi. Vietato scioperare e vietato pretendere di limitare il lavoro a 8 ore quotidiane perché, spiega una delle figurine, siamo in competizione con Usa, Corea e Giappone dove si lavorano 14-15 ore al giorno senza lamentarsi. La figurina, la squallida figurina, mente spudoratamente ma nel circo nessuno si degna di correggerlo. Se non fosse così ignorante ed in malafede dovrebbe sapere che le ore lavorate da ogni occupato in Italia sono decisamente più numerose di quelle dei colleghi europei. E dovrebbe sapere, la figurina, che anche il Giappone rispetta i diritti dei lavoratori. Un Giappone che non accetta la logica perversa dell'immigrazione di nuovi schiavi e che, grazie a queste scelte, è sceso al di sotto della soglia di disoccupazione fisiologica. Questo, però, le figurine non lo dicono. Loro pretendono che gli italiani accettino schiavitù e sfruttamento, ma poi si indignano contro il tetto delle retribuzioni immaginato dalla Rai per loro artisti, ballerine e buffoni di corte. L'importante è che gli schiavi abbiano i soldi per pagare il canone Rai. Magari riducendo la qualità dell'alimentazione e delle cure mediche. Tanto lo schiavo serve solo sino a quando è produttivo. Dopo può essere buttato via. Eutanasia non solo libera, ma obbligatoria. D'altronde si moltiplicano i licenziamenti di lavoratori ammalati, non più in grado di garantire la massima resa. La vita ha senso soltanto se è al servizio dell'arricchimento degli oligarchi. Affetti, famiglia, figli? Cancellare. Poi un convegno ogni tanto per lamentarsi della denatalità, ma appena si esce dalla sala si firma il trasferimento del dipendente in Mongolia mentre la moglie viene spostata in Perù. "Dobbiamo rispondere ai nostri azionisti", spiegano gli oligarchi. E in fondo basta un po' di seme congelato per garantire la riproduzione. Ma è questa egoista sottopagata e trasferita in Perù che non vuole impegnarsi ad offrire un figlio alla multinazionale

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