martedì 4 marzo 2014

Ucraina, tra arroganza Usa e ignoranza russa

Una gara a chi sbaglia di più, quella che si sta svolgendo in Ucraina. Dove i popoli, almeno due popoli, non vengono presi in considerazione. La rivolta (perché la rivoluzione è tutt'altra cosa) a Kiev è iniziata perché il presidente ucraino era un oligarca ladro. Vero. Ma cosa ci facevano, in piazza, i membri pagati delle ong occidentali? E la scelta di accelerare i tempi, per approfittare dell'immobilità imposta a Putin per i giochi olimpici di Sochi, non era solo una mossa per spiazzare Mosca fregandosene totalmente delle motivazioni, reali, della piazza? Ma la culona di Berlino, il suo amichetto puttaniere di Parigi e l'impacciato complice di Washington erano convinti che, di fronte al fatto compiuto di una defenestrazione illegittima, Putin avrebbe abbozzato. Tanto per evidenziare come i tre Paesi siano guidati da dilettanti allo sbaraglio, ignoranti quanto presuntuosi. Così hanno fatto liberare la sedicente leader dell'opposizione ucraina, ormai completamente sfiduciata per aver rubato tanto quanto Yanukovic, e l'hanno anche miracolata: dalla sedia a rotelle con cui è comparsa in piazza alle corsette del giorno dopo. Anche per Lazzaro era occorso più tempo. E poi, gli occidentali, hanno imposto un governo assurdo, al servizio non del popolo sceso in piazza ma delle banche e degli interessi stranieri. Potevano accontentarsi di vincere? Certo che no. Gli idioti volevano stravincere. E hanno imposto l'eliminazione del russo come seconda lingua ufficiale. Tanto per offrire l'alibi a Putin per un intervento. Perché tutti sapevano benissimo che, nell'est dell'Ucraina, il russo è la prima lingua per la stragrande maggioranza della popolazione, con percentuali che oscillano dal 60 ad oltre il 90%. Perché una simile decisione? Per dare una lingua comune ad una nazione che non esiste e che si deve formare, spiegano i romantici che nelle piazze di Kiev hanno sfidato manganelli e proiettili. Perché il nuovo leader è una specie di Fini locale, ironizzano quelli che conoscono la politica ucraina ed italiana. Per sfregio a Mosca, hanno valutato i russi, sia di Russia sia quelli in Ucraina. Perché l'Ucraina, non andrebbe dimenticato, è stata la culla della Russia di Mosca. Ma Obama, Hollande e Merkel mica lo sanno. Dunque era inevitabile che Putin intervenisse per tutelare i russi d'Ucraina. Anche perché l'Occidente furbetto gli aveva appena rifilato un altro schiaffo morale, permettendo ai kosovari albanesi di farsi una nazionale di calcio e di farla giocare in uno stadio di una città a forte presenza serba. Tanto per ribadire che l'Occidente se ne frega delle sensibilità altrui, ma impone a Putin di rispettarle. Poi, però, emergono gli errori di Mosca. Mentre le ong occidentali investono soldi e uomini per imporre la propria linea ad Est o in America Latina, la Russia non è capace di fare altrettanto. Niente soft power, nessun investimento per far conoscere, apprezzare ed amare la Russia. Quattro mignotte ed un po' di vodka in omaggio agli imprenditori occidentali con cui i russi fanno affari. E basta. Come spendono i soldi le ambasciate ed i consolati di Mosca nell'Occidente? Male. Malissimo. Soldi sprecati. Eppure quando Mosca era ancora la capitale dell'Urss utilizzava bensissimo il soft power. I centri di amicizia italo-sovietica pullulavano in Italia (basta chiedere alla signora Clio) e non solo in Italia. L'Urss sapeva che la cultura è un veicolo prezioso. La nuova Russia crede di più nelle mignotte. Forse si sbaglia.

2 commenti:

  1. molto bene nella prima parte...poi però non si può dire che la Russia ADESSO sia solo mignotte ed affari, dai !!!!!
    La verità sulla Russia oderna è estremamente complessa e contradditoria (per non parlare del cosiddetto oCCIDENTE...) ma la tendenza della curva direi che è inversamente proporzionale ai luoghi comuni-social-.media che cercano di sputtanarla..

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  2. https://www.facebook.com/notes/giuseppe-mele/privet-ecco-il-tuo-antivirus-%C3%A8-un-regalo-di-putin/10152256725079496

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