giovedì 17 marzo 2016

Lula ministro, la vergogna del Brasile corrotto e povero

L'ex presidente brasiliano Lula diventa ministro per evitare il carcere per corruzione. L'ha deciso la compagna presidente Rousseff, alle prese con una crisi politica ed economica gravissima. Ma caratterizzata, in entrambi i casi, dalla corruzione endemica. Lula, per chi non lo ricordasse, è il presidente che aveva negato l'estradizione di Battisti. Evidentemente ha un curioso rapporto con la giustizia. Nessuna galera per un criminale politico come Battisti, nessuna galera per un criminale politico come Lula. Che poi il denaro della corruzione fosse usato da Lula per se stesso e non per il partito è un particolare del tutto insignificante nella logica del compagno ex presidente e della compagna presidente attuale. Sono due esempi perfetti di quello che il filosofo comunista Borgognone bolla come "sinistra liberal desiderante ". Dalla gauche cambiar francese alla sinistra plebeo-desiderante del Brasile. La stessa logica predatoria. Che ha portato alla crisi del Brasile e, di fatto, alla fine dei Bric. Pil in caduta, consumi crollati, povertà dilagante. Non è solo la maledizione dei giochi olimpici che, dopo aver distrutto la Grecia, stanno devastando il Brasile. Corruzione, corruzione e corruzione. Unita ad una disarmante incapacità di gestire il Paese. La sinistra liberal che non sa governare e aspetta sempre che siano i poteri forti globali a dettare le regole e ad indicare la strada. Una finta attenzione al popolo che serve solo a depredare il popolo. Più che sinistra desiderante bisogna parlare di sinistra depredante. Rousseff e Lula sono la coppia ideale per favorire una nuova politica coloniale statunitense nell'America Latina. Ma naturalmente i compagni desideranti italiani sono pronti a difendere l'immagine dei due politici brasiliani. Accusati da giudici cattivi soltanto perché un poco corrotti. E che sarà mai..

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