venerdì 11 marzo 2016

Ripartire da agricoltura, turismo, cultura? Non con i disertori della vanga

Spiace ammetterlo, ma questa volta Mario Deaglio (il signor Fornero) ha perfettamente ragione. L'economista ha delineato l'Italia del futuro che avrà, necessariamente, un cuore verde, agricolo, agroindustriale. Ma anche artistico, storico, turistico. In pratica, sostiene Deaglio, si devono rilanciare  quei settori che hanno sempre rappresentato l'eccellenza italiana. Poi, certo, Deaglio ricomincia con la farsa al servizio dei poteri forti e del bugiardissimo. Ricorda che l'Italia ha perso le opportunità in settori d'avanguardia come l'elettronica o la chimica, ma si dimentica di aggiungere che l'Olivetti e' uscita dall'elettronica (un settore in cui l'azienda eporediese primeggiava a livello mondiale) grazie alle decisioni della Fiat, della Pirelli e di Mediobanca. Si dimentica, Deaglio, che Montedison e' stata spazzata via dalla chimica mondiale grazie a Di Pietro ed al pool di Mani Pulite. Si dimentica, il signor Fornero, che la crescita da lui ipotizzata, al 2-2,5% annuo - e' impossibile con il governo del bugiardissimo e dei disertori della vanga. Ma una volta reso omaggio ai potenti, Deaglio punta giustamente sulle potenzialità verdi dell'Italia. Che non sono soltanto quelle dei prodotti tipici del territorio, ma si estendono alle macchine agricole, alle industrie di trasformazione, alla distribuzione, ai ristoranti. E dai ristoranti si passa agli hotel ed al turismo. Ma quale turismo. Certo, il mare e le montagne. Ma ci sono altri mari ed altre montagne nel mondo. E costano meno, ma molto meno, rispetto ai soggiorni in Italia. Allora bisogna valorizzare quel patrimonio artistico, culturale, archeologico che non possono offrire le Maldive o le Montagne Rocciose. Peccato che il signor Fornero dimentichi i salari da fame, quando ci sono, offerti ai giovani che si occupano di questi settori. Ai giovani laureati costretti ad emigrare per occuparsi, all'estero, di studi umanistici relativi all'Italia. I nostri musei accolgono personale giustamente demotivato perché ingiustamente sottopagato. La ricerca umanistica, nelle Università, e' considerata una spesa inutile. E le agenzie del turismo sparse sul territorio ignorano spesso le presenze artistiche ed archeologiche perché è più semplice proporre la sagra della salsiccia che non la visita ad una chiesa del Seicento o ai resti di insediamenti primitivi. D'altronde i criteri di selezione del personale delle agenzie turistiche rifuggono, troppo spesso, dagli aspetti culturali. Quanto all'agricoltura vera e propria, e' curioso che il signor Fornero ne parli senza citare i problemi che deriveranno dal massiccio ingresso di olio tunisino che si aggiunge agli agrumi ed ai pomodori di tutta l'Africa del Nord e di Israele, ai pomodori cinesi. In attesa che il Ttip distrugga definitivamente l'unico settore che può rilanciare l'Italia.

Nessun commento:

Posta un commento