venerdì 15 settembre 2017

Confindustria con il governo e contro i giovani italiani

La vicinanza di Boccia, presidente di Confindustria, al Pd non è certo una novità. Dunque non stupiscono le previsioni di crescita legate al successo delle riforme volute dal bugiardissimo. Peccato che la stessa Confindustria si smentisca quando è costretta ad ammettere che le riforme non frenano la fuga dei cervelli. Per un costo, per l'Italia, di 14 miliardi di euro. Dunque le riforme non funzionano, ma bisogna nasconderlo. La meravigliosa flessibilità che tanto piace a Boccia ed al bugiardissimo e seguaci, non entusiasma i giovani laureati e più preparati che hanno capito come la flessibilità sia solo precarietà sottopagata. Le aziende italiane offrono condizioni di lavoro e di retribuzioni peggiori rispetto alla concorrenza internazionale, ma Boccia fa finta di niente e chiede al suo governo Pd di insistere sulle riforme. Magari, approfittando del nuovo regime che vieta le idee e blocca le attività politiche delle opposizioni grazie alla collaborazione della magistratura, vietando l'espatrio a chiunque sia in possesso di una laurea con una votazione alta. Ma Confindustria si lamenta anche della crescente disaffezione dei giovani nei confronti delle aziende donatrici di lavoro precario e di salari saltuari. Ingrati. Cosa pretendono questi giovani? Una occupazione legata agli studi? Forse un ingegnere dovrebbe svolgere un lavoro da ingegnere? Un laureato in storia dell'arte dovrebbe occuparsi di arte e non del centralino di un museo? Assurdo, nell'Italia delle riforme amate da Boccia. E poi, magari, questi neo laureati vorrebbero pure essere pagati tutti i mesi, vorrebbero persino crearsi una famiglia, mettere al mondo dei figli. E no, il governo deve proseguire con le riforme. Vietando le famiglie italiane perché è più conveniente far arrivare nuovi schiavi dall'Africa. Andiamo avanti con lo Ius Soli, per la felicità di Boccia. E chiudiamo le frontiere in uscita, non in entrata

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