mercoledì 20 settembre 2017

Le elezioni non servono. Il vincitore lo scelgono i magistrati

Un magistrato decide di sequestrare i conti correnti della Lega per impedire la campagna elettorale. Un altro magistrato stabilisce chi deve essere il candidato dei 5 stelle in Sicilia. Curioso che i magistrati non siano mai intervenuti quando i candidati di altri partiti erano i nani e le ballerine o i componenti dei vari gigli e cerchi magici. Chissà se d'ora in poi saranno i magistrati a stabilire chi saranno i capilista dei vari schieramenti, passando successivamente a stabilire, nei tribunali, gli eletti e gli sconfitti. In questo modo si eviterà anche il fastidio del voto. Tutto deciso in tribunale senza scomodare gli elettori. Ormai l'ingerenza della magistratura nella vita politica è talmente evidente da essere diventata quasi normale. "Attendiamo il verdetto della magistratura" è diventato il mantra per ogni occasione. Una ingerenza come a Genova per le comunali, ora con la Lega e di nuovo con i grillini. Basta il ricorso di un signor nessuno con la pretesa di diventare Napoleone per bloccare tutto, per imporre ai partiti candidati che nessuno vuole. Non bastano più le amanti del caro leader o i benefattori sottobanco. Ora chiunque può bloccare le liste grazie alla sponda dei magistrati. Che, però, di fronte agli intollerabili ritardi nella loro attività quotidiana, si lamentano per il troppo lavoro. Forse se tornassero ad occuparsi di spaccio di droga e di violenze, di furti e scippi, la vita degli italiani normali potrebbe migliorare. Invece si fa prima a rilasciare i criminali della quotidianità per potersi dedicare a vicende che garantiscono maggior visibilità mediatica. Se un magistrato tiene in galera uno spacciatore recidivo, rischia persino qualche critica sui giornali di servizio, soprattutto se il criminale è una grande risorsa boldriniana. Meglio conquistare la ribalta nazionale decidendo chi deve essere il capolista di un partito o impedendo ad un altro di far campagna elettorale. In Francia, contro Marine Le Pen, erano intervenute le banche per impedire la concessione di fondi da utilizzare per le presidenziali. In Italia le banche non devono neppure sporcarsi le mani

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