venerdì 30 novembre 2012

Nuove case per il centrodestra. Ma senza questi morti politici

Renzi e Bersani si scontrano anche sulle regole, ma poi affrontano temi politici. Dichiarano a proposito di Israele e politica economica. Si può condividere, non condividere, provare disgusto. Ma è un confronto politico. Al centrodestra, invece, si affrontano i protagonisti di una farsa. Morti politici che camminano, che si scannano non in base ad un'idea, quale che sia, ma alla ricerca di un partito che si degni di accoglierli in lista. E se Berlusconi cerca di eliminare la destra interna, provando a convinvere Storace ad accogliere nella sua formazione gli ex An trasformati in paria, è l'ex governatore del Lazio a fare il prezioso (a ragione): cosa me ne faccio di questi? Ma il problema è un altro. Cosa se ne fanno gli elettori, di questi? Nulla, assolutamente nulla. Qualsiasi idea di destra si abbia, non servono questi signori. Radicali, terminali, sociali, nazionali, liberali, anarchici, socialisti nazionali: un'accozzaglia di idee che non ha senso far convivere in un unico partito, ma che soprattutto non ha senso far interpretare da questi politici in cerca di rielezione. Serve una casa nuova, anzi più case. Dove sia possibile esprimere idee coerenti e condivise. E dove questi morti politici non abbiano domicilio

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