giovedì 20 giugno 2013

Tutti i Paesi emergenti sotto attacco: ma è una coincidenza..

C'è chi crede alle coincidenze. E chi no. Anche all'esame di maturità uno dei temi riguardava i Brics, i Paesi emergenti che in realtà sono già emersi: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. E tra i Paesi in fase di "emersione" ci sono Turchia, Argentina, Indonesia, Mexico.  Al di là del Sudafrica, che è un bluff politico-economico, ci sono alcune caratteristiche che accomunano gli altri Paesi: le tensioni emergenti. Che nascono, guarda la coincidenza, non da fenomeni di grandissima rilevanza. Ma da boiate minimali. In Turchia la protesta è esplosa per un'operazione immobiliare su un miniparco di Istanbul. Roba che, in Italia, dovrebbe portare alla guerra civile permanente, considerato gli scempi edilizi, l'abuso del suolo, la cementificazione selvaggia. E in Brasile? L'aumento di pochi centesimi del prezzo del biglietto dell'autobus. Non del 50%, come è accaduto - nell'indifferenza generale - a Milano e Torino poco più di un anno fa. Pochi centesimi e un milione di persone sarebbe sceso in piazza per ribellarsi all'ingiustizia. Coincidenze, certo. E in Argentina? La protesta è iniziata perché il governo peronista ha deciso di concedere il diritto di voto ai sedicenni: un crimine contro l'umanità, evidentemente. Che fa il paio con la limitazione delle opportunità di turismo internazionale per le classi più agiate. Eh sì, son problemi tali da scatenare una rivoluzione. Poi c'é la Russia, alle prese con le terribili persecuzioni contro due ragazzotte stonate che sono andate ad esibirsi - ben foraggiate dalle solite Ong - nella chiesa di Mosca. E che dire delle indecenti persecuzioni contro gli oligarchi mafiosi? Intollerabili. L'India, perlomeno, deve affrontare questioni più serie,tra separatisti che - guarda la coincidenza - proprio ora han ritrovato le motivazioni dimenticate, problemi di impossibile integrazione tra musulmani e indù, una brusca frenata della crescita economica. E la Cina potrebbe presto ritrovarsi con i medesimi problemi, a causa del rallentamento dell'economia. Tutte coincidenze, certo. Come è un caso che ci siano sempre le stesse Ong a sostenere le proteste in Paesi che cercano di mantenere la propria indipendenza nazionale. Ed allora, tra una coincidenza e l'altra, si possono avviare le scommesse su quali saranno le motivazioni che scateneranno le "spintanee" manifestazioni di protesta negli altri Paesi in emersione. Magari non nel Mexico, troppo legato agli Usa per poter rischiare tensioni al di là dei soliti problemi di traffico di droga. E infatti, nonostante le continue stragi che si registrano in Messico, con guerre sanguinosissime tra bande, nessuno protesta e le Ong non vedono, non sentono e, soprattutto, non finanziano le ribellioni. Poi, certo, tutti i Paesi sotto attacco commettono i medesimi errori: non sanno cosa sia la comunicazione, né interna né internazionale, non sanno come gestire una campagna di stampa per contrastare l'informazione a senso unico, non sanno come far conoscere le proprie ragioni e la realtà. Preferiscono ricorrere alla solita repressione, senza investire sulla controinformazione. Pigri? Ignoranti? Impreparati comunque. E se i russi, invece di comprare squadre di calcio in EuropaOccidentale, acquistassero un giornale o una tv, avrebbero molti problemi in meno. E vale anche per chi acquista squadre di ciclismo, mega yacht, isole greche, grandi magazzini o quel che ispira il momento. Per poi stupirsi di non saper reagire agli attacchi mediatici.

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