giovedì 30 marzo 2017

Dagli Usa sanzioni all'Italia, ma il pericolo è Putin

Gli Usa intervengono per salvare l'Europa. Il pericolo Putin bussa alle porte e cerca di condizionare il voto utilizzando gli hacker che spiattellano ai quattro venti le porcate americane. Ma sia ben chiaro: il pericolo non sono le porcate, ma renderle note. Come con Killary Clinton. Quei feroci nipoti di Attila e di Ivan il Terribile hanno raccontato al mondo tutte le schifezze (va beh, solo alcune, le altre le tengono in serbo per ogni evenienza) della candidata democratica alla presidenza. Non si fa così! Gli Usa sono buoni e se agiscono scorrettamente lo fanno solo per il nostro bene. Come nel caso delle sanzioni. Quelle contro la Russia? No, quelle che stanno preparando contro alcuni prodotti europei. Penalizzane uno per educarne cento. Dunque megadazi su qualche moto italiana, sul foie gras francese, così, tanto per farci capire che la carne americana agli ormoni è buona e fa bene. Tutt'al più favorirà l'obesità, magari anche l'infertilità. E che sarà mai? Solo perché non è sicura mica si può bloccarla. E' americana, dunque deve essere non solo venduta ma pure consumata. Obbligatoriamente. Perché il nemico è Putin, il nemico è la Russia. Non gli americani che, per il bene mondiale, aumenteranno l'inquinamento. Il pericolo arriva da Mosca, l'ha detto anche Alan Friedman. E chi non è d'accordo con lui è solo un complottista, come Giulietto Chiesa. Ovviamente non ha importanza che non ci sia uno straccio di prova su presunti interventi russi nelle elezioni europee, al di là del sostegno ai movimenti che vogliono l'eliminazione delle sanzioni. E chi dovrebbero appoggiare, i russi? I partiti che si battono per conservare queste sanzioni? Curiosa pretesa. D'altronde gli Usa hanno sempre interferito nelle vicende politiche italiane. C'è stato anche un tentativo in direzione opposta, con il bugiardissimo volato in America per sostenere Killary. Peccato che lei ignorasse la fama di portasfiga dell'allora premier italiano. Però dal cofronto tra Friedman e Giulietto Chiesa è emerso un elemento che potrebbe essere interessante. Mentre Trump e gli Usa puntano su intese separate con ogni Paese europeo, Putin potrebbe aver bisogno di trattare con l'Europa intera e non con i singoli Paesi. Ovviamente Mosca si augura un'Unione europea con una posizione ribaltata sulla politica internazionale rispetto ad ora. Ma comunque meglio l'Ue piuttosto di accordi con Stati indeboliti e con il ricatto delle intese con gli Usa. Chiesa è un profondo conoscitore della Russia e la sua analisi potrebbe spiazzare proprio i principali movimenti politici europei che guardano a Mosca come a un faro che indica il percorso.

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