giovedì 12 ottobre 2017

I popolari austriaci con Orban e contro Merkel

 Ce lo chiede il Ppe. Il mantra del bollito di Arcore non funziona più. Solo in Italia qualcuno crede ancora che l'opposizione di comodo prima al bugiardissimo e poi a Gentiloni siano imposte da Merkel e dai vertici del Partito popolare europeo di cui Forza Italia fa parte. Perché del Ppe fa parte anche Orban con il suo partito che guida l'Ungheria con una politica di attenzione per gli ungheresi e di respingimenti per gli invasori. E fa parte anche il partito popolare austriaco che si appresta a far diventare cancelliere il suo leader, Sebastian Kurz. Un nome da ricordare perché Kurz, giovanissimo, pare avere idee chiarissime per tutelare l'identità austriaca. A partire dalla chiusura delle frontiere all'invasione che tanto piaceva a Merkel (ma anche la tedesca sta correggendo il tiro, seppur lentamente e limitatamente). Non è neppure escluso che Kurz, per governare, metta fine alla pessima coalizione con i socialdemocratici per aprire invece al Fpo di Strache, insomma a quella destra che i media italiani bollano come populista se non filonazista. D'altronde è normale che gli austriaci se ne freghino dei giudizi dei media di servizio italiani. Una vittoria di Kurz rafforzerebbe, tra l'altro, il gruppo di Visegrad (Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca)  che si oppone alle politiche di autodistruzione dell'identità europea volute da Bruxelles e anche dal Ppe. Spostando l'asse identitario verso il Brennero e verso l'Italia. Un assist fenomenale per un centro destra che avesse coraggio e lungimiranza. Invece dovremo assistere alle frenate del bollito di Arcore che non riesce ad avere un'idea propria e viaggia a rimorchio di Merkel con il contributo dell'ex monarchico Tajani. E non mancheranno gli interventi anti austriaci dell'estrema destra nazionalista che non hanno ancora superato la guerra del 15-18 ma si lamentano per l'ottusita' dell'Anpi fermo a 70 anni orsono. Sarebbe invece l'occasione per lavorare a fianco di Vienna per tutelare l'identità e le tradizioni minacciate da un'invasione avvallata dai vertici del  Ppe e sempre più contestata dai partiti locali, perlomeno quelli che hanno leader con un briciolo di dignità

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