martedì 24 ottobre 2017

Praga a destra, ma in salsa cinese

Il populismo divampa in Europa. L'allarme dei cialtroni politicamente corretti ormai squilla a vuoto. Solo in Italia si continua a bamblinare a causa di una classe politica disastrosa, ma il resto del Vecchio Continente si muove sempre più velocemente. E mentre a Roma cresceva il terrore dei centralisti per la dimostrazione di libertà e partecipazione offerta dal Veneto, a Praga si rafforzava il patto di Visegrad . Alle elezioni ha vinto il miliardario Babis, con un programma definito populista dai media italiani anche se Babis non è per nulla populista. Così non è per nulla scontato che, per governare, il partito di Babis si allei con la destra davvero populista di Okamura. Il suo partito Spd (nulla a che fare con i socialisti tedeschi) ha ottenuto oltre il 10% dei voti, poco meno dei consensi andati al tradizionale partito di centro destra, in flessione. Mentre i socialdemocratici sono crollati. Una rivoluzione che i media italiani stentano a comprendere. Perché si sposta a destra un Paese come la Repubblica Ceca che ha la disoccupazione più bassa d'Europa, che ha pochissimi allogeni e che ha una economia che continua a crescere a ritmi che l'Italia si sogna? Difficile capire, per chi vive solo di cifre e non si degna di analizzare come si formano questi dati. Sul fronte politico i cechi erano stufi di politici e di partiti corrotti. E li hanno puniti. Quanto all'economia, la crescita è evidente, ma non coinvolge una consistente parte della popolazione. Le pensioni sono spesso insufficienti, molte categorie di lavoratori sono sottopagate. Quanto agli invasori, è vero che in Cechia sono pochi, ma Bruxelles vorrebbe far crescere il numero spedendo nel Paese i migranti arrivati in altri Paesi, a prescindere dal fatto che si tratti di profughi autentici o semplicemente di gente che vuol farsi mantenere. Ai cechi non piace l'idea che i soldi negati ai pensionati o agli insegnanti vengano regalati agli invasori che nulla hanno fatto per far sviluppare il Paese. Che, tra l'altro, ha già il problema della consistente presenza di zingari. Autoctoni e dunque non esportabili. Babis ha promesso molto ma, a differenza di quanto pensano i media italiani, non è un euroscettico. Ha promesso di difendere la Cechia, non di uscire dall'Ue. E sarà il premier di un Paese che ha sempre più stretti rapporti con la Cina. Praga rischia di diventare il cavallo di Troia di Pechino in Europa. Ma queste sono analisi troppo complicate per i media che preferiscono gridare contro il lupo populista

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