mercoledì 4 ottobre 2017

La sinistra si rompe. Ma poco poco

Che cosa non si fa in nome della ragionevolezza e del senso di responsabilità. Così Mdp, il partito di Bersani e D'Alema, rompe con il governo Gentiloni ma solo poco poco. Demivierge. E a rattoppare lo strappo rimane pur sempre Pisapia che, con il suo Campo democratico, rappresenta il collante tra le due anime della sinistra. Così i bersaniani bocciano il documento di programmazione economica e finanziaria ma si guardano bene dal negare la fiducia al governo. Consapevoli che andare a votare adesso significherebbe la loro definitiva scomparsa. A Gentiloni va bene così. Alle sedicenti opposizioni di centro destra pure ed ai 5 stelle anche. Lasciamo che sia il lattaio Padoan ad occuparsi di una manovra pessima e ridicola. In questo modo la campagna elettorale sarà ancora più facile perché evidenzierà le bugie di Padoan e le incongruenze della manovra. Dopodiché si potrà procedere verso una grande coalizione in nome dell'immancabile senso di responsabilità. E si potrà proseguire come prima, come adesso. Servirebbe fantasia, ma è una dote che manca ai grigi politici e che viene utilizzata esclusivamente per inventare nuovi balzelli facendoli passare per riduzione delle tasse. Per il resto è calma piatta. Non un'idea, non un progetto innovativo. Ci provano Tremonti e Sgarbi, ma vengono considerati dai media come due guitti in cerca di visibilità per il loro spettacolo rinascimentale. Persino l'annacquato progetto di blanda autonomia regionale provoca terrore. Tra le sinistre politicamente corrette che temono non si sa cosa ma tremano a prescindere; e tra le destre che  hanno paura di doversi affidare ai propri rappresentanti sul territorio invece di decidere tutto e per tutti al chiuso della propria stanza romana. Nel frattempo il mondo cambia e non aspetta le decisioni italiane e neppure quelle degli euro burocrati idioti ed incapaci. Servirebbe un'Europa politica per confrontarsi con Cina, Russia, Stati Uniti e pure con l'India. Un'Europa politica in grado di valorizzare le varie identità locali, le spinte popolari. I burocrati non sono capaci, hanno paura dei popoli, delle tradizioni, delle idee. E con la paura non si tratta con Pechino, con Mosca, con Washington e con Nuova Delhi.

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