martedì 2 ottobre 2012

Da Zelig alla corte del Grigiocrate: la parabola di Gepi

Povero Monti. Costretto a non ridere perché gli hanno consegnato un Paese, l'Italia, così simile alla Grecia, "che gli uscieri l'hanno accolto ballando il sirtaki". Gepi Cucciari, quando si esibiva sul palco di Zelig, faceva ridere. Ma ora ha scelto di trasformarsi nel giullare della corte del Grigiocrate. Peccato che nessuno le abbia spiegato il ruolo di giullare. Così diverso da quello del lacché. Il giullare, ridendo e facendo ridere, diceva la verità scomoda al potengte di turno. E rischiava anche la propria testa, per il gusto di una battuta. La Cucciari invece, intervenendo al Forum della Cooperazione, si è lanciata in esibizioni del genere: "Lei è il Dino Zoff della politica, che in pubblico deve sempre sembrar serio e poi in realtà racconta un sacco di barzellette". Ma che battuta fulminante, eroica, che non fa sconti al potere. Si sarà urticato, Monti, con simili attacchi. Ma Gepi non è l'unica. Sono spariti in tanti, di coraggiosi umoristi urlanti quando c'era Berlusconi ed ora ammutoliti di fronte alla sobrietà del Grigio. Neppure una battutina sulle sobrie vacanze a St Moritz. Neppure una sottile ironia sulle attività lavorative dei figli dei tecnocrati. Di sicuro non rischieranno la testa, in attesa che Bersani o Renzi diano loro il permesso di attaccare il defunto Silvio.

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