venerdì 28 dicembre 2012

La chiesa dalla parte di "chi conta"

Dunque anche la chiesa "sale in politica". Dalla parte degli umili? Dei poveri? Dei disperati? Ma quando mai! Dalla parte delle banche (d'altronde non si può certo dimenticare lo IOR), dei grandi capitali, dei grandi interessi, del capitalismo avido ed imperante. La Stampa, il quotidiano degli Elkann-Agnelli, ieri si sdilinquiva di fronte all'appoggio a Monti della "Milano che conta". Ecco, questa è la scelta di campo di Bagnasco & Co (la chiesa è una S.p.A.): stare dalla parte del mondo "che conta". E chissenefrega se la Confindustria ricorda che l'agenda Monti ha prodotto centinaia di migliaia di disoccupati. I disoccupati si contano, ma non contano. Ed i suicidi? Non contano. E se insistono, si torna a negare i funerali religiosi, tanto per dare un esempio. I disperati contano solo se sono stranieri. L'arcivescovo di Torino, Nosiglia, si indigna per le condizioni dei campi nomadi in città, ma non si indigna per le code, sempre più lunghe, di italiani che aspettano il regalo di un tozzo di pane e di un piatto di minestra. D'altronde solo la miseria più nera metterà a disposizione dei sostenitori di Monti, quelli che contano, una massa di disoccupati disposti a qualsiasi lavoro in cambio di pochi euro. E per aumentare la miseria e la disperazione serve la concorrenza di nuove ondate di immigrati. Schiavi contro schiavi. Per la felicità della squadra di Montezemolo, del ministro Fornero, della Merkel (in Germania i salari continuano ad aumentare, ma Monti e la chiesa fan finta di nulla), di Bagnasco. Anche perché l'assistenza agli immigrati è un grande business, e la chiesa non vuol certo rinunciarci.

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