giovedì 13 dicembre 2012

Beppe Grillo e l'inevitabile scontro in un movimento gassoso

Le continue piroette di Silvio hanno l'indubbio merito di infastidire i media che, ormai, sono costretti a dirottare l'attenzione su Beppe Grillo. "Il nuovo Duce", secondo le accuse. Ma cos'ha fatto di male il comico genovese? Ha cacciato dal Movimento quelli che rompevano le palle. Centralismo democratico, si è detto. E l'han detto quelli che provenivano dal Pci, ossia dal vero partito del centralismo (poco) democratico. Ma l'errore negli attacchi a Grillo è tutto in questo attaccamento a logiche passate. Il Pci, come gli altri partiti basati su ideologie forti, aveva al suo interno spazi di confronto. Erano partiti allo stato solido. Con correnti, posizioni differenti, congressi per esprimerle. Ed il Pci era accusato perché, invece di lasciar voce al dissenso interno, lo liquidava con le epurazioni. Poi sono arrivati i partiti liquidi, tipo Forza Italia. Carismatici, privi di vere strutture, dove il confronto interno diventava problematico. Ma dove il dissenso era limitato proprio per la mancanza di ideologie. Ci si scontrava su programmi liquidi, che cambiavano di giorno in giorno. Si passava dalla strategia alla tattica. E se proprio non si arrivava alla provocazione continua, tipo Fini-Tulliani, non si veniva cacciati. Infine è stata la volta del partito gassoso di Grillo. Con programmi inconsistenti, in evoluzione continua. Ma che, essendo un movimento-marketing, aveva perlomeno delle regole precise sotto questo aspetto. Niente comparsate tv, niente orgasmi mediatici. Non è una grande imposizione dittatoriale. Ma ci si è riusciti a scontrare persino su questo. Niente regole, caos continuo. Oddio, la rivoluzione permanente non è certo un'invenzione odierna, però gli attacchi interni, le polemiche su ogni argomento, sembravano proprio fare il gioco dei nemici del Movimento 5 stelle. Cresciuto troppo per essere tollerato dai media al servizio dei Monti di turno. Ma un movimento gassoso non ha luoghi di confronto reale. La Rete offre spazio per sfoghi di ogni genere, su ogni tema. Ma non è un confronto vero, su ideali e programmi. Ed allora diventa inevitabile cacciare chi non ci sta, chi non rispetta le regole. Senza scandali: non è che i dissidenti vengano messi al rogo o deportati in Siberia. E saranno liberi di costruirsi movimenti alternativi, altrettanto gassosi, magari con un programma. E poi, come è doveroso, si confronteranno e si conteranno. E magari litigheranno. Ma con la benedizione dei media. Almeno sino a che rimarranno piccoli.

1 commento:

  1. Concordo. Tuttavia Grillo ha un neo di fondo, temo insanabile, e mi duole ammetterlo: in sostanza leva il 18-20% a qualsiasi compagine di destra plausibile, persino la più allargata e trasversale, vanificando nei numeri - e quindi nei fatti - qualsiasi plausibile "resistenza" all'avanzare sinistro-mondialista che, una volta vinte le elezioni e regalate le cittadinanze a milioni di immigrati, instaurerà un regime del terrore. Spero che qualcuno sappia controbattermi con un pallottoliere alla mano...
    HELMUT LEFTBUSTER

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