martedì 21 maggio 2013

Bagnasco (Cei) stronca il populismo del Papa: già guerra in Vaticano?

Amerino Griffini, uno della famigerata banda che comprende anche Krancic e Cardini, se l'era chiesto ieri: cosa farà Papa Francesco nello scontro con la Cei? La risposta è arrivata immediata, direttamente dal presidente della conferenza episcopale italiana, Bagnasco: il Papa è destinato a perdere. Perché, dopo le accuse dei media di servizio contro i discorsi populisti di Francesco, seguiti dalla censura sui principali organi di informazione, Bagnasco ha messo giù il carico, invitando a procedere "senza personalismi" e, ovviamente, "senza populismi inconcludenti e dannosi". Più esplicito di così.. Ma tutto l'intervento del presidente della Cei è andato in questa direzione. Con un appoggio al governo Alfetta e con una minaccia di quasi scomunica nei confronti di chi non appoggia questo governicchio all'insegna della nascente balena grigia: "chi blocca l'esecutivo ne risponderà alla storia". Un governo, sia chiaro, che deve guardare ai poveri - un contentino a quell'argentino di razza piemontese bisognava pur darlo - ma ovviamente rispettando tutte le politiche di austerity, di rigore, di macelleria sociale. Conciliare rigore e crescita, ordina Bagnasco. Più o meno le stesse cose che diceva il grigiocrate Monti o la pessima Fornero. Con quelle leggi che, firmate dalla Cara Salma ora di nuovo al Quirinale, hanno determinato suicidi di massa, povertà, disperazione, disoccupazione a livelli record e prospettive per il futuro azzerate. Ma lui, Bagnasco, osanna la Cara Salma e si scaglia contro chi osa opporsi alle logiche imposte dagli speculatori. L'importante, per il presidente della Cei, è che i finanziamenti alle scuole cattoliche non vengano meno. Poi, per tutto il resto, si può discutere. Ma sempre restando all'interno di questo mondo di ex Dc e di aspiranti membri della nuova balena grigia. La Cei vuole tornare ad avere il ruolo di guida della incancrenita politica italiana. E si rende conto che la situazione è cambiata dagli Anni 50, non c'è più la minaccia dell'Orso di Mosca a spaventare i cuori deboli. E così Bagnasco si rifugia nella minaccia del giudizio della storia contro gli oppositori, contro coloro che mantengono la schiena dritta, contro chi non si adatta alla sana povertà imposta dalla speculazione attraverso Merkel e il governo Alfetta. Che il Papa si occupi dell'America Latina, all'Italia ci pensano Bagnasco, Merkel e Soros.

Nessun commento:

Posta un commento