giovedì 2 maggio 2013

Una birra al pub o un partito peronista italiano?

Quando un movimento politico diventa solo oggetto di ironia, di satira o, ancor peggio, di tenera presa per i fondelli, vuol dire che è finito. Su Libero, per due giorni consecutivi, è stato celebrato un dolce funerale dei rimasugli di quella che fu la destra (più o meno sociale) italiana. Veneziani (benché sia editorialista del Giornale), Cardini, Besana. Senza invettive, senza cattiverie. Ricordando le responsabilità di Fini che, tuttavia, non cancellano le colpe di un'intera classe politica che ha avuto paura della cultura perché temeva di dover sfogliare un libro. Che aveva paura di collocare qualche esponente d'area competente nei ruoli fondamentali perché terrorizzata all'idea di una concorrenza interna. D'altronde ci si può affidare, ora, ad una classe politica che non è in grado (o non vuole, perché non fa comodo) di risolvere la questione della ricchissima eredità immobiliare di An? Ovviamente no. Ed allora bisogna ripartire. Da altro, da altri. Ricominciando dalla cultura e dalle idee, suggerisce Besana. Giusto. Peccato che le idee e la cultura siano già una peculiarità di tanti gruppi e centri studi in tutta Italia che vengono sistematicamente ignorati proprio da Libero. La base per una nuova classe dirigente, benché ignorata da molti, esiste già. Bisogna metterla in rete. E bisogna passare dall'analisi alla proposta politica. Andando a rappresentare, ad esempio, i 6 milioni di disoccupati veri italiani. Non i 3 milioni ufficializzati dall'Istat, ma quelli reali. E preparandosi alla sfida del prossimo anno, quella delle elezioni europee. Perché è a Bruxelles che si decidono le sorti dei Paesi europei, Italia compresa. E non si può continuare a spedire al Parlamento europeo i soliti vecchi dinosauri ormai bolliti oppure i traffichini e trafficoni che utilizzano il mega stipendio per sistemare le proprie vite da precario senza arte né parte. A Bruxelles devono andare persone preparate, qualificate, capaci di investire per la politica di area le ingenti risorse a disposizione. Studiare, studiare e ancora studiare. Per offrire alternative credibili, per capire - ad esempio - come applicare una ricetta peronista alla situazione italiana. Un movimento che sappia interpretare la rabbia di un Paese allo stremo ma che sappia anche indirizzarla verso progetti realizzabili. Oppure si può continuare a far finta di niente. Pensando che la politica sia ricordare, su facebook e qualche volta in piazza, i camerati assassinati o scomparsi per ragioni di età, di incidenti stradali e di malattia. Grandi necrologi per nascondere piccolissime analisi, grandi idee del passato per nascondere il vuoto attuale. Perché ordinare una birra al pub e brindare con un "sieg heil" è più facile di una proposta su come rilanciare una cultura alternativa o un'economia depressa.

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