mercoledì 15 maggio 2013

Ripartire si può. Contro l'Ue e contro Alfetta

Che fare? Se lo chiedeva Lenin e se lo chiedono in tanti, adesso, in Italia. E' possibile superare questa situazione disastrosa e che peggiora quotidianamente? Si può, certo non con il governo Alfetta, con la Balena Grigia che si prospetta per il futuro politico di un centro ammorbante, con questa criminale accettazione degli ordini del mercato e della Ue. Da dove ripartire? Ovviamente dal recupero della sovranità, monetaria ma non solo. Sovranità economica, alimentare, politica. L'Europa Unita non è un male, anzi è un obiettivo da perseguire perché indispensabile in uno scenario globale. Ma è l'Unione europea, così come è stata realizzata, ad essere assolutamente inaccettabile. Un coacervo di euroburocrati, eurobanchieri, euroservi di interessi extraeuropei. L'Europa va costruita a partire dai popoli, non a partire da una moneta che opprime i popoli. L'euro è importante come moneta di una grande unione di popoli, non come espressione di banche assetate di sangue. Ma gli idioti politicamente corretti spiegano che non è possibile uscire dall'Ue e dall'euro, paventando disastri inenarrabili. In realtà non bisognerebbe uscire dall'Ue ma distruggere l'Ue e costruire qualcosa di totalmente diverso. Ma è un altro discorso. I mercati e l'Ue possono fare a meno dell'Italia? No. Dunque, se ci fossero politici italiani poco più che indecenti, si potrebbe cominciare a rinegoziare le assurde imposizioni che gli stessi politici hanno accettato. Via il pareggio di bilancio che non permette manovre indispensabili, via i pagamenti di tassi eccessivi. I mercati non investirebbero più in Italia, non ci darebbero più fiducia? Menzogne. Anche nel momento più critico, con l'Italia sotto attacco, sono arrivate offerte da Mosca e Pechino. Offerte, non richieste nostre. Quanto alla moneta, se si vuole conservare l'euro per gli scambi internazionali, si deve affiancare una moneta interna. La lira o come la si vorrà cambiare. Si deve introdurre una moneta di scambio a tasso negativo per rilanciare i consumi. Ma bisogna intervenire anche sull'economia reale. Cancellando la riforma Fornero sul lavoro. Tutelando i lavoratori meno giovani che non hanno prospettive di reimpiego dopo un criminale licenziamento individuale per ragioni economiche (significa, in pratica, che si ritroveranno senza lavoro e senza pensione, per anni e anni, solo perché avevano un salario più elevato di un giovane neoassunto). I lavoratori meno giovani sono quelli che, nella stragrande maggioranza dei casi, mantengono le famiglie e consentono ai figli di studiare favorendo la mobilità sociale. Bisogna abbassare le tasse, da quelle sulla casa a quelle sul lavoro. Per restituire ai cittadini i soldi che i servi dell'Ue regalano agli speculatori. Intervenire sulla pubblica amministrazione, obbligando gli enti locali a pagare direttamente (non con i soldi dello Stato) tutto il personale che supera i livelli standard: tot abitanti=tot dipendenti. E destinare le risorse, per quanto scarse siano, ai settori ed alle aziende che hanno davvero prospettive. Dal turismo, che deve valorizzare l'immenso patrimonio artistico e culturale, all'aerospazio, dall'agroindustria alla meccatronica. L'ediliza deve essere sostenuta non concedendo di continuare a distruggere il paesaggio, ma con il recupero delle immense aree abbandonate e con la riqualificazione delle porcate esistenti e che sono state realizzate negli anni della morchia DC-Pci. Il Welfare deve essere rafforzato, ma tenendo conto che le risorse a disposizione sono quelle prodotte da chi lavora. Non ci sono le risorse per mantenere milioni di clandestini che non producono reddito o che accettano lavori in nero, che spediscono a casa milioni di euro all'anno (e fanno bene, ovviamente, visto che l'Italia giolittiana ha sistemato i bilanci con le rimesse dei nostri emigrati). Tanto meno quelli che arrivano in Italia solo per usufruire del welfare, senza fare alcunché. E per ridurre i costi bisogna far scontare agli stranieri le condanne a casa loro, togliendo ogni aiuto di qualsiasi genere ai Paesi che si rifiutano di riaccogliere i loro compatrioti che hanno commesso delitti in Italia. Questo è solo un inizio, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.

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