lunedì 13 maggio 2013

Società atomizzata per evitare la ribellione

La vicenda del ghanese che ha ammazzato e ferito a picconate alcuni passanti a Milano fa emergere, al di là degli evidenti problemi di immigrazione e di rifiuto di tutela nei confronti degli italiani, un aspetto forse persino più grave: l'atomizzazione della società italiana. I primi aggrediti, con ferite sostanzialmente leggere, si sono ben guardati dal prendere il cellulare e telefonare a carabinieri o polizia per denunciare quant'era accaduto. Forse una telefonata avrebbe permesso di salvare una vita, forse non sarebbe bastato. Ma nessuno ha fatto quella chiamata. Gli psicologi sono subito intervenuti per spiegare che era la conseguenza della paura: lo choc avrebbe impedito un gesto semplice e doveroso. Sarà anche così, ma questi atteggiamenti diventano sempre più frequenti, in ogni occasione. Ed è difficile da credere che questo Paese sia in preda ad uno choc continuo, di fronte ad ogni avvenimento che esuli anche solo minimamente dalla routine quotidiana. Si gira la testa quando si assiste ad uno scippo, si fa finta di niente di fronte ad una aggressione per strada, si finge di non vedere qualsiasi avvenimento possa richiedere un coinvolgimento personale. Certo, gli atteggiamenti della magistratura non aiutano. Si interviene per bloccare una ragazzina rom che sul tram sfila il portafoglio ad un anziano? Si rischiano accuse di razzismo, di violenza privata, persino di sequestro di persona. Si interviene per evitare un'aggressione ad una sconosciuta? E ci si ritrova in tribunale con l'accusa di rissa. Ma anche quando non scattano le accuse penali, ogni intervento civico e civile comporta una intollerabile perdita di tempo per colpa di una burocrazia ottusa ed inutile. Convocazioni per testimoniare, permessi dal lavoro e mai che qualcuno sia puntuale. Se poi si deve andare in trasferta per una testimonianza, ci si ritrova a perdere tanto denaro oltre a tanto tempo. Tutto vero. Ma l'indifferenza non si limita a questi episodi. Non si denunciano le buche per strada, nonostante la gente crepi (a Torino è appena morto un pensionato), perché tanto la giustizia è a senso unico contro i cittadini. Non si aiuta la vicina di casa anziana perché non si sa mai (non si capisce che rischi ci possano essere, ma li si evita a prescindere), non si aiuta un bambino per paura che qualcuno pensi ad un atto di pedofilia. Il problema, vero, è che non si aiuta più nessuno perché gli altri non esistono più. Ciascuno è chiuso nel suo particolare, una società atomizzata. Anche questi sono gli effetti della società del web. Uno vale uno e uno pensa ad uno. Cioé a se stesso. Ci si mobilita, ma solo sul web, per qualsiasi nobile causa, possibilmente falsa. Si pubblicano le foto di bambini eroici dall'altra parte del mondo, perché la lontananza impedisce un controllo sulla effettiva realtà dei fatti. Ma ci si lamenta con l'amministratore del condominio se un bambino gioca a pallone nel cortile. Ciascuno chiuso nel proprio alloggio, nel proprio percorso verso il posto di lavoro, nella propria scrivania o postazione. Il web come grande alibi per non uscire, per non confrontarsi guardandosi negli occhi. Divide ed impera: più divisi di così è difficile. I canti del lavoro hanno accompagnato e forse stimolato le grandi lotte della fine dell'800 e dell'inizio del 900. Ora la musica si ascolta nelle cuffiette che isolano dagli altri. E il lavoro, non a caso, si riduce ed aumenta lo sfruttamento. "C'è solo la strada su cui puoi contare", cantava Gaber. Ora c'è solo il web. Per impedire di contare davvero.

3 commenti:

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  2. In realtà i fatti sono avvenuti ad un orario antelucano, ossia quando la lucidità non è proprio al massimo. Se a ciò si aggiunge lo choc dell'aggressione, il conto è presto fatto.
    Tuttavia, io non credo che non ci siano state telefonate... Attendo di vedere i tabulati delle chiamate ai numeri d'emergenza di quella mattina.

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  3. poca fede nelle dichiarazioni ufficiali? ormai tutti si vantano della diminuzione dei reati, facendo finta di non capire che calano le denunce per totale mancanza di fiducia

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