sabato 29 giugno 2013

Pdl e FdI: piuttosto la morte ma non una nomina intelligente

Ne ha scritto l'Osservatore Romano, ovviamente. Ne ha scritto il Giorno, e pure numerosi giornali stranieri. Perché un Papa in carica che partecipa ad un concorso letterario (e lo vince) non si era mai visto. L'ha fatto Benedetto XVI, prima di dimettersi, inviando un suo testo all'Acqui Ambiente. E oggi il riconoscimento verrà consegnato al Vescovo di Acqui. Una bella vetrina per la città piemontese. A livello nazionale ed internazionale. Quanti soldi ha ottenuto, il premio per l'ambiente, dall'assessorato regionale all'Ambiente? Zero. Allora saranno arrivati dall'assessorato alla Cultura? Macché, sempre zero? E dal Turismo? Idem. Torino regala 10mila euro ad un pic nic privato, con la scusa che fa immagine, ma la Regione Piemonte non investe un centesimo su un premio apprezzato pure dal Papa. Problemi di soldi? Difficile da credere, considerando come vengono utilizzate le risorse dei tre assessori. E poi, se fosse solo una questione economica, gli assessori sarebbero prontamente intervenuti per cercare la collaborazione degli organizzatori acquesi. Perché Acqui Ambiente ed Acqui Storia hanno dimostrato di saper conquistare visibilità e spazi sugli organi di informazione. A costi ridottissimi. Le idee e le competenze più forti dei tagli dei finanziamenti. Dunque si poteva immaginare di veder premiate le competenze, le professionalità. A costo zero, sia chiaro. Semplicemente collocando i responsabili delle manifestazioni acquesi nei consigli d'amministrazione dove i tre assessori collocano i propri rappresentanti. Sono premi letterari, e allora perché gli organizzatori acquesi non vengono coinvolti nella gestione del Salone del Libro, strapagato dalla Regione? Forse perché imporrebbero un fastidioso pluralismo e non ci sarebbe più la passerella monocromatica del Pd? Allora qualche altra struttura che si occupa di cultura ed è finanziata sempre dai 3 assessori? Macché, nulla di nulla, nada de nada. Il Circolo dei Lettori? Il teatro Regio? Le istituzioni musicali? I teatri? Gli organismi turistici? Quelli ambientali? Assolutamente nulla. E nulla nei consigli d'amministrazione delle fondazioni bancarie, dove si decidono i finanziamenti anche per le attività culturali. Pdl o Fardelli d'Italia, l'atteggiamento non cambia. Chi è bravo, in ambito culturale, e non è targato Pd o Sel, non può lavorare con gli assessori del centrodestra. Forse han paura di un confronto, sapendo di perderlo. Forse han paura della propria ombra. O dell'incapacità di gestire un rapporto con un'informazione schierata dalla parte opposta. D'altronde quando è toccato al centrodestra piemontese far le nomine in rai, o determinare le assunzioni, si è vista benissimo la logica delle competenze, della professionalità, dell'indipendenza. "Assumiamo chi sta dall'altra parte, così ci dovrà riconoscenza". Si è vista la riconoscenza, si son visti i brillanti risultati. Ma loro continuano così, continuano a farsi del male e a non capire come mai non riescano a far decollare i progetti. Ma provare a spiegarlo è tempo perso.

1 commento:

  1. Da sempre il centrodestra (cioè da quando esiste questa formula politica inventata da Berlusconi per "sdoganarsi") ha rinunciato alla battaglia culturale, imitando così la vecchia DC: non sarà per questo che i risultati elettorali sono quello che sono ?

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