Birra
Peroni in bottiglia: 89 centesimi al Pam, 1 euro e 55 centesimi in un
minimarket in Val d’Ayas. E la birra valdostana? Dai 9,50 ai 10 euro. Alla
bottiglia, non per una cassa. E dai 4,50 ai 5 euro per una bottiglia di succo
di mele. Valle d’Aosta, ma potrebbe essere una qualunque località turistica
sparsa per la Penisola o posta sulle Isole. Arriva l’estate ed i prezzi si
alzano. Basterebbe confrontarli con quelli di inizio giugno, nelle medesime
località. Arrivano i turisti? Approfittiamone. Una logica che certo non è
nuova, ma che ora si scontra con le crescenti difficoltà economiche delle
famiglie italiane. Non bastano le menzogne sui giornali per nascondere che
l’esodo agostano è stato un mini esodo. Che le code sulle autostrade sono
ridotte non per i comportamenti virtuosi e le partenze intelligenti, ma per le
non partenze. E in questa situazione cosa si fa? Si alzano i prezzi per
recuperare i margini di guadagno su un numero ridotto di clienti. «Tanto ci
sono gli stranieri a sostituire gli italiani». È vero che gli stranieri
aumentano, soprattutto quelli che arrivano dai Paesi dove la sobrietà del
grigiocrate Monti non sanno cosa sia. Ma l’aumento dei turisti esteri non basta
a pareggiare il calo degli italiani che restano a casa o che si muovono per un
numero sempre più ridotto di giorni. Gli stranieri, inoltre, puntano sugli
hotel, prima di ripiegare su case-vacanza in affitto. E chi va in hotel non è
interessato a frequentare i negozi alimentari. Dunque si picchia solo sulla
clientela nazionale. Per poi lamentarsi dei minori afflussi, delle seconde case
che restano chiuse, della fuga di una clientela che, con gli stessi soldi spesi
per una settimana in Italia, si può permettere 15 giorni in hotel lussuosi
all’estero, viaggio compreso. Si può ovviare? Certo, a patto di superare la
logica di voler guadagnare in due mesi la somma sufficiente per campare per
l’anno intero. Bisogna aumentare il periodo di offerta. Con iniziative che
vadano oltre il convegno con i soliti noti che richiamano 40 persone, parenti
compresi. Con una promozione mirata delle iniziative, quando si hanno le idee
giuste. Con servizi adeguati che consentano di lavorare anche nelle località
turistiche. Perché si spendono somme colossali per opere totalmente inutili e
poi non si riesce a garantire un collegamento decente con la
Rete. Ripetitori vecchi, celle inadeguate non aiutano
nell’opera di far arrivare nuove professionalità che possano lavorare e
consumare tutto l’anno. Ma non si fa nulla in questa direzione. Meglio invitare
il solito intellettuale decotto, l’economista che ha sbagliato tutto, l’ex
ministro che ha distrutto il Paese. E poi piangere sul turismo versato.
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