venerdì 30 agosto 2013

Inglesi contro Cameron: i popoli non vogliono la guerra dell'Arabia

Comunque vada, la vicenda Siria sarà un disastro per l'Europa. E la prima indicazione è arrivata dalla guerrafondaia Gran Bretagna dove il pessimo Cameron è andato in minoranza sul suo tentativo di scatenare l'ennesima aggressione. E la voglia del sangue (altrui) è riuscita addirittura a compattare l'ex premier laburista Blair con il conservatore Cameron. Peccato, per loro, che proprio le menzogne di Blair per giustificare l'ingiustificabile guerra in Iraq siano alla base del rifiuto odierno. Il popolo non si fida più dei suoi rappresentanti in cerca di guerre. Perlomeno a Londra. Ma anche Parigi frena. Forse perché non c'è da rubare petrolio come in Libia. Mentre Berlino è stata freddissima da subito. Resta solo Washington a voler far la guerra alla Siria, in nome e per conto dell'Arabia Saudita che continua a finanziare i terroristi di Al Qaeda che combattono contro Damasco. Non a caso, di fronte ai dubbi crescenti tra i potenziali bombardatori, Mosca ha inviato nuove navi nel porto siriano. Non l'aveva fatto quando la coalizione anti Assad pareva molto più ampia, lo ha fatto adesso quando resta da contrastare solo Washington e poco più. D'altronde anche gli analisti Usa meno ottusi si sono resi conto che eliminare Assad vorrebbe dire consegnare la Siria al terrorismo di Al Qaeda. E uno Stato terrorista sull'altra sponda del Mediterraneo non è il massimo per l'Europa. Certo, gli Usa possono fregarsene, perché sono lontani. Proprio come han potuto fregarsene dei talebani che gli Usa e l'Arabia avevano creato ed armato. Ma ora il povero Obama non sa più come levarsi dall'impiccio in cui si è cacciato. L'unica speranza, per lui, è che in un sussulto di correttezza gli ispettori Onu ammettano che il gas potrebbe essere stato utilizzato dai ribelli e non dalle truppe regolari. D'altronde Assad stava recuperando posizioni sul terreno ed i ribelli perdevano postazioni strategiche. Curioso che, in una situazione di questo tipo, a creare una ragione di intervento internazionale siano stati quelli che più avevano da perdere. Ma si sa: le ragioni di una guerra si trovano a prescindere dalle responsabilità. Contano solo gli interessi. Quelli dell'Arabia Saudita, in particolare.

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