venerdì 23 agosto 2013

Vietate tutto, otterrete bamboccioni

Vietate, vietate: qualche disastro arriverà. L'Italia Paese dei bamboccioni? Inevitabile, se le amministrazioni pubbliche - ma anche opinionisti, sedicenti esperti, presidenti di associazioni varie - proseguiranno sulla strada del divieto assoluto in nome dell'incolumità di un popolo composto, secondo loro, solo da deficienti, imbranati, incapaci. Si muore in montagna? Scatta l'idea di un numero chiuso per le ascensioni. Perché? Perché, riducendo il numero, si riducono le percentuali di incidenti. Geniale: se si vieta il bagno in mare o nei fiumi, scompaiono anche i morti per annegamento. Ma in tutti i settori si assiste a questo proliferare di divieti inutili, se non controproducenti. Sulle strade ci sono limiti di velocità da paleolitico, anche andando in bici si va più veloci. E poi divieti di sorpasso anche su rettlinei di un km. L'importante è scaricarsi la coscienza e, soprattutto, scaricare ad altri le responsabilità. Si formano code di km dietro a Tir che, sulle provinciali, procedono a 40 all'ora? Pazienza. Il divieto di sorpasso è lì a ricordarti che, se provi a fare il furbo, lo Stato si ricorda di te e ti massacra con multe e punti sottratti alla patente. Ma loro, i vietatori indefessi, ci spiegano che lo fanno per il nostro bene, non per far cassa. Peccato che tutti i difensori del nostro bene siano distratti quando si tratta di intervenire contro i Comuni, le Province, l'Anas o le società autostradali per le condizioni delle strade. Buche, rappezzi, giunture dell'asfalto fatte in modo da rappresentare un rischio reale per chi va su due ruote. Ma loro non se ne accorgono. Se però superi un limite di velocità assurdo fuori da un centro abitato, scatta la foto degli attenti vietatori a senso unico. In nome di quella cosa sacra che è il codice della strada. Cioè quella raccolta di idiozie che ignorano la pericolosità dei tombini non a filo ma che vedono pericoli mortali nel nome dello sponsor in mezzo ad una rotonda. Come se tutti si fermassero per leggere il nome del benefattore. Ma, tanto per ricordare la geniale sacralità del codice, l'Italia era anche il Paese dove era obbligatorio tenere coperti i fari antinebbia quando non erano ancora di serie sulle auto. In pratica era indispensabile attendere di finire in un banco di nebbia per fermare l'auto, scendere, togliere il cappuccio ai fari, risalire ed accenderli. Davvero degli esperti. Eppure basterebbe un qualsiasi normodotato intellettualmente per capire che la gente non cresce con i divieti. Bisogna insegnare ad affrontare i rischi ed i pericoli, non vietare qualsiasi cosa nell'illusione che i pericoli non ci siano mai. Che si tratti di nuotare a pochi metri dalla spiaggia o di salire su un sentiero alpino. Si vieta ai bambini di salire sugli alberi, si vietano i fuori pista, si vieta tutto. Ed i bambini crescono da bamboccioni. Incapaci di affrontare la vita, perché paurosi di tutto. Paura di andare in bicicletta senza casco e paraginocchia, paura di allontanarsi dalla riva. Le sbucciature delle ginocchia sono ormai viste come un crimine parentale nei confronti dell'infanzia. Cultura demente, risultati disastrosi.

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