mercoledì 16 ottobre 2013

Agli italiani cibo scaduto, ai clandestini menu personalizzati

L'80% delle famiglie torinesi consuma abitualmente il cibo anche dopo la data di scadenza. I dati sono della Camera di Commercio subalpina, ma non sono diversi da quelli di altre realtà italiane. Non si butta via niente perché non c'è più la possibilità di risparmiare. E mentre il governo Alfetta taglia i fondi per le pensioni degli italiani, e utilizza i soldi per gli immigrati (a cui dovrà essere data una pensione, secondo i voleri del ministro 1-2-x), a Torino la spesa delle famiglie per la salute è pari al 3% della spesa complessiva. Poco più della metà rispetto alla percentuale milanese. Crollano i consumi considerati non indispensabili, a partire dall'auto, dagli elettrodomestici, dai prodotti hitech. E si dimezza quasi la percentuale di famiglie che consuma un pasto fuori casa: notte fonda per ristoranti e pure per le pizzerie. Chi ancora si permette una cena al ristorante, riduce comunque la spesa. E la cultura? Manco a parlarne. Soldi per concedersi una serata a teatro non ci sono, al cinema neppure. La cura della persona precipita a livelli minimi, la spesa per l'abbigliamento non è più prevista. Le vacanze? Quelle lunghe sono ormai un tabù, quelle mordi e fuggi sopravvivono purché si riesca a spender poco. Un quadro desolante, anche se certamente non rappresenta una sorpresa. Le vecchine italiane costrette a cercare il cibo nei bidoni dell'immondizia si moltiplicano, mentre gli ospiti del ministro 1-2-x per la dis integrazione pretendono menu ad hoc, tv al plasma e una cifra da spendere quotidianamente per i propri svaghi. Ma un conto è vedere un esercito di disperati italiani far la coda davanti alle mense della carità, un altro conto è scoprire, dai dati ufficiali, che l'80% delle famiglie non tutela più la propria salute e si rassegna a mangiare cibo scaduto. Questa è la realtà del made in Italy, questa è l'Italia che esporta lo "stile di vita". Bugiardi, ipocriti, criminali. Un governo di cialtroni che si apprestano a massacrare ulteriormente un popolo allo stremo con le nuove tasse in arrivo. Hanno preteso la raccolta differenziata perché permetteva di risparmiare? Ed ora aumentano le tariffe per la raccolta rifiuti. Ma c'è, in tutto questo, un briciolo di giustizia. Piccolo piccolo, insignificante. Ma c'è. A crollare sono anche gli acquisti di prodotti equosolidali. Perché la gauche caviar, la sinistra radical chic, mangiava gamberoni e imponeva al suo popolo di comprare pessimi prodotti per aiutare i Paesi africani o di chissà dove. Ora la gauche caviar prosegue con i gamberoni e lo champagne, ma il suo popolo non ha più soldi da dare al commercio equosolidale. La farsa è finita, non solo la festa.

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