mercoledì 7 marzo 2018

Pd perde, Pdr vince. E a Firenze prende sberle

In fondo la Balena Bianca all’interno del Pd ha avuto ragione. Tutti a corteggiare gli sconfitti grazie ad una legge elettorale che ignora la volontà dei sudditi e premia chi ha perso. Il bugiardissimo sarebbe persino pronto a governare, ovviamente per spirito di servizio e non per il suo smisurato orgoglio. Non gli frega niente di aver portato il Pd al minimo storico, lui è del Pdr, il Partito Di Renzi, mica di quella roba strana con Emiliano, Chiamparino, Cuperlo. E se i vincitori non riescono a formare un governo a causa di una legge truffa, il bugiardissimo gongola. Magari proveranno a scippargli il Pd, con tanti nuovi candidati alla segreteria, ma il Pdr è roba sua che manovra a suo piacimento. Ha stilato lui le liste dei candidati, ha blindato i fedelissimi e ha fatto bocciare gli avversari interni. E ora attende che pentastellati e centro destra arrivino con il cappello in mano a chiedere un appoggio in Parlamento. Peccato che i sudditi, nel frattempo, siano tornati ai problemi di sempre e, questa volta, i problemi riguardano propria la città del bugiardissimo, il sindaco che lui ha imposto, la politica migratoria che lui ha voluto con il sostegno del suo Minniti. Già, a Firenze un compagno che sbaglia (magari riusciranno a dimostrare che ha votato proprio per LeU o Potere al Popolo o per i comunisti di Rizzo, chiunque ma non Pd) va in giro con una pistola regolarmente denunciata (è un compagno, dunque nessun problema) e ammazza un senegalese che incontra per strada. È un compagno, dunque non si può dare la colpa ai fasssisti razzzzzisti leghisti, e allora diventa semplicemente un folle. Poi però gli ospiti, arrabbiati, devastano il centro di Firenze e il sindaco Nardella - quello dei gommoni appesi a deturpare i palazzi antichi, quello delle sculture escrementizie per oscurare il David - si presenta dai rivoltosi per esprimere solidarietà. Siamo tutti compagni, suvvia. Ma viene cacciato in malo modo: signora mia non c’è più riconoscenza. Magari gli  ospiti sarebbero stati riconoscenti a Salvini che ha fatto eleggere nelle liste della Lega il primo senatore di colore nella storia del Senato. Ma al Pd erano troppo impegnati a salvare le poche poltrone per pensare anche di condividerle con le risorse boldriniane

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