venerdì 2 marzo 2018

Prepararsi alla stangata dopo il 5 marzo

Fine corsa. Domenica si vota e nulla sarà più come prima. O forse tutto cambierà perché tutto possa restare uguale nella sostanza? Le previsioni indicano sicuramente vincente la coalizione di centro destra davanti al Movimento 5 Stelle (primo partito) e al terzo posto la coalizione del centro sinistra. A fare la differenza saranno però le percentuali. Il centro destra raggiungerà la fatidica soglia del 40% e potrà governare senza ostacoli ? Si fermerà poco sotto, conquistando una risicatissima maggioranza in Parlamento, foriera di litigi e spaccature? Oppure resterà a un passo dal successo, dando il via ad una fase di grande confusione? E Mattarella, in tal caso, potrà rifiutarsi di dare l’incarico a Di Maio per formare il nuovo governo? Ma con chi? Quanto sarà pesante il tracollo del Pd e se la caduta sarà dolorosa, che fine farà il bugiardissimo con la sua corte boschiva? Fin qui i giochi di palazzo. Fuori dal palazzo, però, le preoccupazioni sono altre e riguardano il futuro. Irrituale o meno, e chissenefrega, la squadra di governo dei grillini è stata presentata. Non proprio eccitante e convincente, come squadra, ma se ha fatto il ministro pure Fedeli vuol dire che in Italia va bene chiunque per governare. Anche perché, come al solito, le alternative non sono proprio chiarissime. Berlu vuole Tajani, il monarchico Tajani, come presidente del consiglio e Brunetta all’economia. Salvini, se non vincesse, potrebbe accontentarsi degli interni ma ha proposto nuovi ministeri dove collocare persone a lui gradite:  montagna, disabilità e un ministero di cultura ed economia che pare disegnato apposta per Sgarbi. Qualcosa andrà affidato a Meloni senza dimenticare la quarta gamba. Sì, ma per fare cosa? Le promesse mirabolanti e irrealizzabili saranno accantonate, rinviate. Per far contenti gli euro burocrati e perché sono appunto irrealizzabili. Se poi le scelte saranno quelle del passato, non ci sarà neppure il rinnovamento dei funzionari che guidano davvero la macchina dello Stato. Il disastro della disinformazione del Tg5 è sotto gli occhi di tutti e se queste sono le premesse, direttamente in casa Berlu, è facile immaginare come il centro destra perderà anche questa occasione. In fondo è sufficiente ascoltare la Bonino, rappresentante dei poteri forti, per capire come sarà il dopo voto agli ordini degli euro burocrati e degli speculatori: più tasse per tutti, stangate sulla casa, precarietà assoluta. Prepararsi all’atterraggio, senza illusioni.

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