martedì 15 ottobre 2013

Aboliamo i pensionati! La ricetta del Pd

Il governo Alfetta toglie miliardi di euro (miliardi, non milioni) alla già disastrata sanità italiana e spende i soldi per far arrivare, con ogni comodità, decine di migliaia di clandestini che dovranno essere mantenuti a spese della collettività italiana. L'idea che il Pd (sostenuto dal Pdl) ha del denaro altrui è perlomeno curiosa. A Quinta Colonna una incazzosa e arrogante parlamentare del Pd risponde ad una pensionata che lamenta il taglio della pensione di reversibilità al 40% della somma originale. E cosa risponde la rappresentante del popolo. Che è un'ingiustizia. Il taglio alla pensione? No, è un'ingiustizia che venga pagata. Perché, spiega l'illustre incazzosa, chi versa 35-40 anni di contributi, ha già goduto a sufficienza di quel che ha versato. Anche se crepa prima di andare in pensione? Anche se crepa un mese dopo lasciando moglie e figli senza reddito? Mah. D'altronde l'incazzosa non ha fatto una piega di fronte alla vicenda di una signora, con 5 figli, sfrattata e che ha perso il lavoro. Il marito è morto nei giorni scorsi, perché non ce la faceva più. Suicida? No, morto di crepacuore, così non entra nelle statistiche dei morti per disperazione. Ma l'incazzosa mica si commuove. Giusto, la vedova è italiana, mica una straniera da aiutare. E per di più la donna, italiana, ruba il lavoro ad un'immigrata perché, per sopravvivere, va a fare le pulizie in una famiglia. Cioé fa uno di quei lavori che, secondo le anime belle del Pd, gli italiani rifiutano. Ma non sono soltanto i parlamentari ad avere una strana concezione del denaro altrui. Pisapia, a Milano, mette all'asta il diurno Cobianchi, sotterranei di piazza Duomo. Cessi e barbiere, ristorazione in un posto che non ha proprio una grande visuale verso l'esterno. Mille metri alla modica cifra di 800mila euro all'anno di affitto, per 18 anni. I pratica dovrebbe garantire un utile (non un incasso) minimo di duemila euro al giorno per garantire solo la copertura dell'affitto. Curiosamente le aste sono finora andate deserte. Altra città, altro sindaco di sinistra, altro modo di far cassa. A Torino in uno dei corsi per entrare in città, e per attraversarla, si vuol mettere l'ennesimo multavelox. Così si incassano montagne di soldi. Ma per avere l'autorizzazione si deve restringere la carreggiata da due ad una sola corsia di marcia. Provocando colossali ingorghi, ovviamente. Ma la benzina delle auto in colonna la pagano gli automobilisti mentre le multe le incassa il Comune. E l'inquinamento? E il tempo perso che si trasforma in inefficienza della logistica, in ritardi, in sprechi economici? Non contano nulla. Tanti, maledetti e subito. La logica di quelli che il governatore del Piemonte, Roberto Cota, definisce come i "salotti radical chic". Peccato che siano frequentati da qualche suo assessore. Peccato che Cota non abbia mai costruito un centro di confronto alternativo ai salotti radical chic ed in grado di influenzare la società subalpina.

2 commenti:

  1. peccato che Cota abbia confermato quali direttori dell'ente da lui presieduto proprio ma proprio gli stessi esponenti di quel culturame sessantottin-buonista (tranne quando difendono la loro ben retribuita poltrona, lì feroci diventano) che dirige la regione da trent'anni che con tanta lena dietro le sue spalle hanno remato esattamente in direzione opposta a quella dell'indirizzo politico di Giunta. Non sottovalutate mai il potere che può avere un mandarino apicale all'interno di una P.A. con 30 annni di esperienza nello stesso posto (in barba alle leggi, anche regionali, che imporrebbero la rotazione degli incarichi), può mettere nel sacco come vuole un assessore magari inesperto della materia. Fichi che se fuori avran cambiato colore a seconda delle stagioni, sempre rossi dentro son restati, con l'aggravante che almeno un tempo uno straccio di idealità seppur sbagliata ce l'avevano ma ormai i cosidetti rossi di torino e non solo restano a far da cani da guardia ad interessi familistici- parentali di clan e/o di camarille e centri di potere alle quali purtroppo anche un sedicente centro destra dialogante ha aderito. E allora che rimane? io non voglio morir grillino, ma vorrei qualcuno che abbia voglia di far politica diversamente! a destra, proponendo facce nuove, ricette politiche nuove, che abbia il coraggio di dire che le varie kienge e boldine sparan cazzate da un momento all'altro, che l'italia ormai è un paese a sovranità limitata! non voglio che un giorno mi debba sentire un diverso io perchè dico a mio figlio di chiamarmi papà e non genitore 1 e perchè grazie a Dio non son gay! Basta!

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  2. a Torino ci sono anche pochi, pochissimi, politici coraggiosi. Quelli attaccati quotidianamente dai giornali e dai salotti perché danno fastidio. E attaccati dai colleghi di partito perché creano problemi avendo idee..

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