martedì 23 luglio 2013

Da Ferrara a Barbadillo: contro il centrodestra ignorante

Giuliano Ferrara, sul Foglio, rilancia la polemica sulla politica suicida del centrodestra che non è in grado di collocare giornalisti, conduttori o intellettuali vari sulle reti Rai. Perché il buon Porro, ora su Rai 2, da solo non può riequilibrare la massiccia presenza di una sinistra che ha voluto e ottenuto l'egemonia. E Antonio Rapisarda, su Barbadillo, va oltre, sottolineando come il problema sia dell'inadeguatezza di una classe politica che ha il terrore degli intellettuali della propria area. E che, dunque, o li evita o - se proprio c'è l'obbligo di collocarli in qualche posizione di vertice - fa in modo che non agiscano e non facciano opinione. E mica solo in Rai. Perché Ferrara, da consigliori di Berlu, avrebbe da anni potuto far notare che sulle reti Mediaset la situazione è identica. Per non parlare dei giornali, dove le poche firme solite convivono con disperati alla ricerca di uno stipendio purchessia. Se il criterio di scelta è il risparmio ad ogni costo, è difficile trovare un campione. Capita, certo, ma di rado. In realtà il problema è molto più vasto. Non riguarda solo l'informazione in senso stretto. Ma i politici del centrodestra in senso ampio, quasi totalitario. Quando arrivano a gestire gli assessorati alla Cultura (capita, quando si ha la sfortuna di vincere le elezioni), scelgono per l'incarico personaggi inadatti. Memori del rimaneggiamento di una frase di Goebbels ("quando sento parlare di cultura metto mano alla fondina"), ignorando che Goebbels era una persona di grande cultura e che il riferimento era relativo all'arte degenerata. Ma, inevitabilmente, assessori inadatti si lanciano in politiche culturali pessime. Le grandi manifestazioni culturali, pagate dagli elettori che in maggioranza hanno votato per il centrodestra, si trasformano in promozioni gratuite per il Pd e Sel. E non va meglio nelle rassegne più piccole. Persino nelle sagre paesane, negli eventi delle località turistiche, in qualsiasi occasione pubblica i responsabili del centrodestra garantiscono la passerella solo ed esclusivamente ai rappresentanti culturali della parte opposta. Deprimenti, o deficienti? Che si tratta della mostra di quadri della pittrice sfigata, ospitata in una località minore, o della presentazione di un libro; del convegno sulla situazione internazionale o sul rilancio dell'economia organizzato nella località Vip. Non cambia nulla. E non cambia nulla anche se i turisti, più intelligenti degli organizzatori, disertano mostre e convegni di una noia mortale. Meglio la polenta in montagna o la grigliata di pesce al mare, piuttosto di andare a sentire le consuete banalità ripetute mille volte nel talk show di Rai, Mediaset, La 7. Meglio, sul computer o sul tablet portato in vacanza, seguire trasmissioni intelligenti su web tv. Ma non bisogna dirlo agli assessori ed ai ministri: non capirebbero e si lamenterebbero dei propri elettori.

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