L’industria
tessile italiana ha visto la produzione crollare del 50% negli ultimi
anni. E per il calzaturiero è andata anche peggio, con una diminuzione
del 70%. Il
disastro dell’auto è sotto gli occhi di tutti. Ma i media italiani di
cosa si occupano? Ma della somiglianza, obbligata, tra l’afroministro
Kyenge e Zeudi Araya. O delle vicende famigliari di un super ladro
kazako. Oltre, naturalmente, alla spasmodica attesa
per il nuovo pargolo della casa reale inglese. E che sarà mai il crollo
dell’industria italiana, di fronte a questi problemi fondamentali? Cosa
sarà mai il disastro della disoccupazione, il crollo del turismo (che,
in fondo, rappresenta più del 10% del Pil
italiano e, dunque, ci sarebbe da preoccuparsi), di fronte alle
valutazioni estetiche di Calderoli? E poi c’è un liceo romano
danneggiato: magari si scoprirà che è stato il solito ragazzo bocciato a
fare tutto il casino, proprio come succede ogni anno in qualche
scuola italiana, ma per il momento godiamoci le proteste contro
l’omofobia. Che non c’entrerà nulla, ma intanto serve a fare i titoli in
prima pagina.
Poi,
di fronte all’imbecillità dilagante, ci si potrà chiedere perché è
vietato ironizzare sul fascino della Kyenge ed è permesso insultare
Brunetta perché è basso.
Forse perché, se sei politicamente corretto, diventi alto, magro,
biondo, sessualmente attraente. Kyenge=Zeudi Araya e Boldrini=Sharon
Stone. Brunetta, invece, non somiglia a Napoleone. Forse perché lui, il
piccolo veneziano, è l’unico nel centrodestra che
riesca a dire delle cose intelligenti. Ed allora bisogna massacrarlo
sul piano fisico. Brunetta, ad esempio, mette in guardia contro la
stupida caccia alle streghe nella vicenda kazaka, ricordando gli enormi
interessi economici in gioco. Dunque va stroncato,
per non infastidire inglesi e francesi che puntano a soppiantare
l’Italia come terzo partner di Astana. Tanto più che Brunetta è solo,
nella sua battaglia per un centrodestra intelligente. Ed anche la destra
che si riunisce, nell’indifferenza dei media, per
discutere del proprio futuro, non riesce ad andare oltre le banalità
dell’atlantismo più stupido. D’altronde questi movimentini sempre più
piccoli non riescono ad andare oltre l’orizzonte romano, figuriamoci se
possono occuparsi di geopolitica. Resta Brunetta,
quindi che si prepari al massacro.
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