sabato 13 luglio 2013

La Rai utilizza il Kazakhstan per attaccare Alfano e l'Italia

La Rai come servizio pubblico? Davvero poco credibile. Sempre meno credibile. Il modo in cui tutti e 3 i tg delle reti pubbliche hanno trattato la vicenda del ladro kazako spacciato per dissidente, dimostra ampiamente che l'informazione Rai non è al servizio del pubblico italiano. E tantomeno degli interessi italiani. Al di là della mancanza di preparazione da parte di chi ha confezionato i servizi (basterebbe informarsi su Wikipedia per evitare strafalcioni ridicoli sulla permanenza al potere del presidente kazako o, forse, sugli anni della fine dell'Urss), è palese la strategia della disinformazione: questa davvero di stampo sovietico. Un ladro, che ha rubato 7 miliardi di dollari e che è stato condannato anche in Gran Bretagna, viene spacciato per dissidente politico. Perché? Sicuramente per ragioni politiche interne italiane, visto che si approfitta dell'occasione per mettere sotto accusa Alfano. E non, guarda la coincidenza, Bonino: che, da ministro degli Esteri, qualche ruolo nella vicenda avrebbe dovuto averlo. D'altronde l'imbelle Alfano è l'obiettivo più facile da colpire e affondare. Ma è evidente che non si tratta solo di politica interna, visto che l'attacco all'Italia è partito dalla Gran Bretagna. Ma con il sospetto che il grande manovratore sia nascosto a Parigi. In ogni caso si cerca di bloccare l'espansione italiana verso i mercati orientali. Difficile credere sempre alle coincidenze. L'Italia aveva un ruolo di primo piano nell'interscambio con l'Iran: sono arrivate le sanzioni e le aziende italiane hanno perso le commesse, finite ad imprese di quei Paesi che hanno imposto le sanzioni per poi aggirarle con le opportune triangolazioni. L'Italia aveva un ruolo importante in Libia: è partito, da Parigi e Londra, l'attacco contro Tripoli, e l'Italia ha perso commesse ed opportunità. Della Siria, di cui l'Italia era partner economico strategico, è inutile parlare. E il Kazakhstan? Siamo il terzo partner, dopo Russia e Cina. Vendiamo tecnologie e si stanno aprendo scenari più che favorevoli per tutto il made in Italy, dalla moda all'enogastronomia. Che coincidenza! Ed allora scatta l'attacco, legato alla vicenda di un oscuro personaggio. In attesa che la propria offensiva riguardi la Russia di Putin, altro partner economico strategico. Ma, allora, per chi gioca la Rai? Per togliere all'Italia ogni speranza di sopravvivenza? Per eliminare i rischi di un'autonomia economica ed industriale? Mica male, come servizio pubblico.

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