giovedì 4 luglio 2013

Dall'Egitto all'Italia, la morte della democrazia

"Democrazia, democrazia, è cosa vostra e non è mia", cantavano gli Amici del Vento. Ora pare che la democrazia non sia più di nessuno. Non piace più, non funziona se non come slogan retorico e sempre più vuoto. Non solo da oggi. Si era voluto esportare la democrazia occidentale in Algeria? Dopo il primo turno stavano stravincendo i partiti islamici. Dunque si è cancellato il voto. Perché la democrazia vale solo se vincono quelli imposti da Stati Uniti ed alleati. Non è che, adesso, vi diamo il diritto di voto e voi lo usate come vi pare. Ma era solo un esempio. Che si è moltiplicato nel tempo e nello spazio. Si è bombardata la Serbia perché pretendeva di conservare il suo territorio, il Kossovo, nonostante fosse stato scelto dalle mafie internazionali come luogo ideale per prosperare senza il controllo di Belgrado. Si sono inventate false prove contro Saddam per scatenare una guerra. Si è partiti per la guerra contro la Libia di Gheddafi, solo per consegnare il Paese al caos delle milizie armate. Ed Ora l'Egitto, dove un golpe militare ha portato in galera un presidente regolarmente e democraticamente eletto. Ma gli Usa, per togliersi dall'imbarazzo, non parlano di golpe, così è come se non fosse successo nulla. E la violazione dell'immunità diplomatica nei confronti del presidente della Bolivia, solo per compiacere gli Stati Uniti? E la nomina del grigiocrate Monti alla guida dell'Italia per distruggere il Paese e far contenti gli speculatori? Democrazia? Ma dove? Nelle rivolte fomentate, nel centro dell'Eurasia, da Ong pagate profumatamente dai soliti noti per rovesciare governi legittimi? Una testa, un voto: sicuramente è un meccanismo che non funziona. Ma funziona ancor meno la logica di "una banca, un voto, e basta". La tecnocrazia, per di più affidata a tecnocrati cialtroni ed incapaci, non sta offrendo risultati migliori rispetto a quelli dei presidenti fantoccio o presidenti seri ma scomodi per i Soros di turno. Eppure, sui media italiani - ormai controllati dalle solite lobby e poco più - si continua insistere sul vuoto concetto di democrazia. Quella che permette al Pd di nominare presidenti delle Camere "divisivi" per poi osteggiare la nomina, da parte del Pdl, di una candidata di competenza del centrodestra ma che non piace al Pd. Perché "divisiva". I divisivi nostri son migliori dei vostri. E' la riproposizione della favola del lupo e dell'agnello. Accusato, quest'ultimo, di inquinare l'acqua del lupo che, pure, stava a monte. Una democrazia all'italiana, dove il Pd, anche quando sta all'opposizione, impone le proprie nomine nei posti chiave, in nome della democrazia e della condivisione. Ovviamente non ricambiando mai il favore, quando passa dall'opposizione alla maggioranza. Tanto ha di fronte assessori incapaci ed incompetenti, anche un po' vigliacchi. Ed allora la democrazia si impone con la forza dei media, se non della piazza: un voto, il tuo, per un candidato mio. Non è l'inciucio, perché l'idiota di turno che accetta questa logica non ottiene nulla, se non il disprezzo generale. E, tutt'al più, una bella campagna di stampa permetterà di occuparsi delle elezioni in un piccolo Paese lontano, dove il popolo ha scelto democraticamente. Ma ha scelto male e, dunque, in nome della democrazia l'esito delle urne dovrà essere rovesciato. Se non vincono i "nostri", che democrazia è?

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