lunedì 29 luglio 2013

L'oligarchia dell'informazione contro un futuro a destra



Dalla damnatio memoriae alla damnatio spei. L'oligarchia dell'informazione sta già accerchiando il futuro, qualsiasi futuro, che si voglia costruire nel centrodestra, a destra, all'estrema destra. E dal momento che gli oligarchi dell'informazione sono competenti, l'accerchiamento avviene ad ogni livello, anticipando qualsiasi mossa ipotizzabile. Come si distrugge il nemico (perché loro hanno ben presente il concetto di amico e nemico)? In due modi, soprattutto. Da un lato con l'ironia, prendendo per i fondelli gli atteggiamenti degli avversari, irridendo, svalutando. Dall'altro provocando l'indignazione, il risentimento, la condanna morale preventiva. Il primo caso è quello che, ad esempio, è stato applicato all'ennesima immancabile brutta figura di Aledanno. Che organizza la presentazione della sua non richiesta ridiscesa in campo e arriva, comme d'habitude, in ritardo. Un reale problema di maleducazione che si ripete. Quando il sindaco trombato si era presentato ad un dibattito con Roberta Di Casimirro ed Andrea Marcigliano, il ritardo era stato gigantesco. Questa volta un po' meno, ma sufficiente per consentire ai giornalisti di far notare l'inadeguatezza del personaggio. Se poi si aggiungono le proposte - una mega ammucchiata, con la destra sociale ed il non laureato ed antisociale Giannino, con Storace e Meloni - è evidente che la credibilità del personaggio è già terminata prima ancora che il suo improbabile soggetto politico veda la luce. Il secondo aspetto riguarda, ad esempio, la geopolitica. L'Italia del governo Berlusconi stringeva accordi, vantaggiosi per il nostro Paese, con la Russia? Bene, ora si demolisce ogni ricordo dei vantaggi, delle esportazioni, dei nuovi mercati. E si provoca l'indignazione popolare nei confronti di tutti i Paesi dell'Est, dall'Ungheria alla Mongolia, dalla Russia alla Polonia, dal Kazakhstan all'intera Asia Centrale, perché rappresentano un'alternativa (utile per l'Italia, ma non si dice) all'egemonia angloamericana. Non importano più i nuovi mercati, l'importante è prendere sempre i vecchi ordini senza fiatare. E si creano casi, si cercano giustificazioni pur di demonizzare l'avversario ed i suoi alleati. Per evitare che una prossima campagna elettorale veda il nemico difendere gli interessi dell'Italia e degli italiani, veda analisi economiche e geopolitiche intelligenti, veda nascere movimenti nuovi e credibili. Il mondo al servizio della globalizzazione e della speculazione non tollera l'intelligenza e la libertà.

2 commenti:

  1. Da quell'infame 8 settembre 1943 (e dall'ancor più infame 25 aprile, che sancì la spartizione del Paese tra DC e PCI), siamo in sovranità limitata. Per esempio stiamo ancora pagando i danni di riparazione della 2a GM (il Regno Unito ha finito di pagare il debito di guerra agli USA nel 2006!) allo Zio Sam, ne paghiamo le truppe di occupazione, paghiamo la NATO e un sacco di altre quisquilie, tra cui missioni "di pace" in giro per il mondo, rifugiati da guerre angloamericane (vedi alla voce Libia).
    Ora, uscire dalla NATO e mettere sul chivalà UK e Francia (che non esitano a rintuzzarci), quanto costerebbe?
    Bisogna tenere presente (come fanno in tanti Paesi) il NOSTRO interesse nazionale...

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  2. PS. Il tanto famoso Piano Marshall è stato pagato in Buoni del neonato Stato Italiano nonchè con il pegno delle nostre riserve d'oro (quando c'erano)...

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