mercoledì 18 settembre 2013

Berlu: 500 milioni grazie ai suoi conigli

Maurizio Belpietro, su Libero, ipotizza che la sentenza contro Fininvest - costretta a pagare quasi 500 milioni a De Benedetti e alla sua Cir - fosse già stata stata scritta prima dell'estate. In realtà era già scritta da anni. Da quando, cioé, Berlu aveva rinunciato alla lotta per dar retta alle sue "colombe". Nessuna battaglia, spiegavano i grandi strateghi, e in cambio ti lasciano divertire ed arricchire con le tue tv. Appunto. Ci si può chiedere se le colombe siano solo stupide, profondamente stupide, o in malafede. Ma non cambia la situazione. Quando, quasi all'inizio dell'avventura, gli avversari di Berlu avevano già tentato di spegnere i ripetitori delle sue tv, di impedire le dirette, di boicottare in ogni modo l'iniziativa (perché gli avversari sono preparati e capiscono l'importanza del mezzo televisivo), Berlu aveva risposto con energia, con forza, con populismo. Ed aveva vinto il braccio di ferro. Anzi, lo aveva stravinto. Garantendo al gruppo la crescita, l'occupazione, il guadagno. Ma poi sono arrivati i conigli, i vigliacchi. Quelli che a braccio di ferro avevano sempre perso, anche all'asilo Mariuccia contro le bambine. "Abbassa i toni, fai un passo indietro, assumi conduttori e giornalisti che ti indicano gli avversari, non fare programmi politici intelligenti e vedrai che nessuno ti toccherà". Consigli pagati a caro prezzo: 500 milioni e la imminente decadenza da senatore. Problemi suoi, della sua famiglia, degli azionisti e dei dipendenti? Certo, ma non solo. Perché la sindrome del coniglio ha contagiato tutti coloro che, negli ultimi anni, si sono avvicendati al suo fianco, in ogni settore a partire dalla politica. La ricerca spasmodica di una legittimazione da parte degli avversari è servita solo a svuotare di contenuti ogni proposta. Ha infiacchito gli animi, ha ridotto gli entusiasmi. Che bello ottenere solo un mezzo rimprovero da Travaglio per la destra nata morta. Che bella l'approvazione di Ignazio Marino. E che dire della felicità che si prova quando è addirittura Squinzi a dettare la linea economica? Chi pecora si fa, il lupo se la mangia. Ma mica possiamo continuare a fidarci della saggezza popolare. Se facciamo i bravi, qualcosa ci concederanno. Difenderemo l'azienda, regalando 500 milioni alla concorrenza. Difenderemo le posizioni politiche, se faremo nostre quelle degli avversari. E pagheremo per sempre le scelte dei conigli. Ora Berlu con la sentenza, poi tutti gli italiani con la coglionata immensa della riduzione del debito imposta dall'Europa.

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