martedì 3 settembre 2013

Da pacifisti a macellai: la metamorfosi dei sinistri italiani

Sarebbe interessante un’analisi di un antropologo della mente come Bertirotti, o di uno psichiatra come Segatori: cosa trasforma i giovani pacifisti in una accozzaglia di vecchi assetati di sangue? Come si può passare dai sit in - dove si cantava "C’era una ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones" o "Blowing in the wind" – alle pagine dei giornali dove i giovani di allora, diventati direttori ed editorialisti, chiedono bombardamenti, missili, massacri? È solo l’effetto del potere conquistato? Dei soldi accumulati? O sono le conseguenze delle troppe "canne"? Delle abbuffate nei fast food? D’accordo che, come diceva il saggio, si nasce incendiari e si muore pompieri, ma questi stanno davvero esagerando. Pagati per essere servi sciocchi, ubbidienti e privi di dignità? Sembra davvero troppo. Perché gli ex pacifisti diventati guerrafondai paiono davvero convinti. Più convinti di quanto siano i loro improbabili pagatori. Tanto è vero che le posizioni oltranziste e belliciste dei sedicenti intellettuali finiscono per creare notevoli imbarazzi nei loro guru di riferimento. Allora, forse, è il senso di colpa nei confronti del proprio passato? Ritengono di aver sbagliato tutto e, di conseguenza, i nemici di allora diventano gli amici (anzi, i padroni di adesso)? Cantavano Baez e Dylan contro gli Usa; ora sostengono qualsiasi vaccata made in Usa, mangiano solo cibi geneticamente modificati (saranno quelli a far male al cervello?), snobbano le canzoni della loro giovinezza, guardano alla Russia come al male assoluto, considerano il pacifismo come il peggiore dei disastri e son pronti a portare la democrazia yankee non sulle canne dei fucili ma sulla punta dei missili. Con le attuali posizioni dei gauchisti italiani, la guerra del Vietnam si sarebbe conclusa con una serie di atomiche sull’intera Indocina, tanto per non sbagliare. Aveva già provveduto Roberto Vecchioni a liquidare gli Inti Illimani (e poi, in realtà, agli intellettuali comunisti italiani hanno sempre fatto schifo i compagni latino-americani: sopportavano il Che, ma a fatica e solo nei poster e nelle magliette), ora bisogna cancellare anche il ricordo di Joan Baez e Bob Dylan. Spedendo Morandi su Mediaset, così impara ad aver lanciato "C’era un ragazzo". Contrordine compagni! La guerra (democratica) è la sola igiene del mondo. Colpirne uno per educarne cento (ah no, questa è rimasta uguale ad allora, anche se ora si applica a Libia, Siria, ed a chiunque infastidisca Washington). Copiavano dai cugini parigini ripetendo: "una risata vi seppellirà". Ora copiano sempre da Parigi, dal sanguinario Hollande, sperando che sia una valanga di bombe a seppellire donne, bambini e uomini di Assad. Sangue, sangue e ancora sangue. E i bambini massacrati dai missili Usa saranno incidenti collaterali. Non è mica da questi particolari che si giudica una punizione democratica, secondo gli intellettuali organici al potere Usa. Però, almeno, diteci se son state le canne o caviale avariato a ridurvi così

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